ANDREA OLIVA
Cronaca

A Rimini la stagione balneare inizia tra le polemiche: i bagnini contro le boe a 50 metri da riva

La Capitaneria chiede agli operatori di delimitare l’acqua alta. La replica: "Sono pericolose". E si rivolgono agli avvocati

I bagnini contro le boe a 50 metri da riva

I bagnini contro le boe a 50 metri da riva

Rimini, 26 maggio 2024 – Le boe tra i piedi. I bagnini le hanno già ribattezzate così. La direttiva della Capitaneria di porto è arrivata a ridosso dell’apertura della stagione e prevede la presenza di boe al confine tra le concessioni balneari, poste a 50 metri dalla riva. Servirebbero a delimitare la zona con acque basse da quella con acque che superano il metro e trenta centimetri. Le boe vanno ancorate con blocchi insabbiati. Tra i bagnini si è subito sollevato un polverone, e ci sono già cooperative che hanno dato mandato all’avvocato per tutelarsi in caso di pericoli incorsi dai bagnanti.

"Dobbiamo rispettare la direttiva della Capitaneria – spiegano da Confartigianato imprese balneari -, ma entro i primo 50 metri dalla battigia la responsabilità è la nostra e quelle boe riteniamo possano diventare un pericolo, dunque ci tuteleremo".

La stagione balneare è partita ufficialmente ieri con la salita in torretta dei salvataggi, ma le boe in mare non si vedono ancora. "Non c’erano i tempi per attrezzarsi – spiegano dalle cooperative -. Stiamo rimediando quanto necessario".

Sempre la Capitaneria ha inviato una comunicazione che offre alcune settimane per adeguarsi. Intanto qualche bagnino ha provato a rispettare la direttiva e il risultato "è sotto gli occhi di tutti", racconta Gilberto Copioli della Cooperativa Adriatica.

"Abbiamo trovato il materiale e piazzato la boa a 50 metri dalla riva con il medio mare. Con l’alta marea c’erano appena 90 centimetri di acqua, ma il peggio arriva con la bassa marea. Ci siamo trovati la boa quasi sulla sabbia, c’erano a malapena 30 centimetri d’acqua". La direttiva non piace anche a Diego Casadei presidente di Oasi balneari. "Con le altre cooperative abbiamo inviato una lettere alla Capitaneria mostrando le nostre perplessità. Questa norma è stata importata sull’Adriatico per uniformare i sistemi di sicurezza rispetto al Tirreno. Ma quello è un altro mare con condizioni molto diverse rispetto al nostro".

Per i bagnini il problema non è il costo del materiale, ma il pericolo che le boe potrebbero generare. "Se mi ritrovo una boa con 30 centimetri d’acqua – riprende Copioli -, legata a una cima e con un blocco interrato che potrebbe emergere in superficie dopo le mareggiate, mi aspetto che ci siano bambini che ci giocano e rischiano di farsi male, persone che camminano e possono inciampare o tagliarsi con i denti di cane che si troveranno alla cima e alla boa". Intanto si fanno i conti. Una boa con cima e un blocco da circa 30 chili per ancorarla può costare circa 50 euro. "Abbiamo stimato – chiudono da Confartigianato imprese balneari -, che sul litorale ne serviranno almeno 500".