Processo Carim, cade in prescrizione l’accusa di aggiotaggio per gli ex vertici

Sido Bonfatti e Alberto Mocchi, rispettivamente presidente e direttore generale della banca, tirano un sospiro di sollievo. La parte civile: "C’erano le condizioni per ipotizzare il falso in bilancio"

Sido Bonfatti, ex presidente Carim

Sido Bonfatti, ex presidente Carim

Rimini, 29 novembre 2023 – Finisce in prescrizione il secondo processo a carico degli ex vertici della Carim, Sido Bonfatti e Alberto Mocchi, all’epoca rispettivamente presidente e direttore generale della banca (che fa parte di Crédit Agricole dal 2018). I giudici del Collegio di Rimini hanno emesso, ieri mattina, una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Bonfatti e Mocchi per l’intervenuta prescrizione del reato di aggiotaggio continuato in concorso.

Sotto la lente di ingrandimento della procura di Rimini era finito il periodo compreso tra il 2014 e il 2015, dunque prima del passaggio definitivo di Cassa di Risparmio di Rimini, insieme alla Cassa di Risparmio di Cesena e a quella di San Miniato, al gruppo bancario Crédit Agricole - Cariparma. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Luca Bertuzzi, era partita da un esposto dell’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, il generale Enrico Cecchi, e dal Comitato di tutela dei piccoli azionisti della banca. La procura, in base agli elementi raccolti nel corso delle indagini, contestava ai due manager di aver omesso di effettuare alcune doverose rettifiche di valore nella voce di bilancio riguardante i crediti verso la clientela.

Respinta la richiesta della parte civile, rappresentata dall’avvocato Davide Lombardi, di riqualificazione del reato andando ad includere, tra le ipotesi, anche quella relativa alle false comunicazioni sociali: questo avrebbe tra l’altro permesso di allungare i termini della prescrizione. "Prendiamo atto dell’intervenuta prescrizione, pur rimanendo convinti del fatto che ci fossero le condizioni per ipotizzare l’accusa di falso in bilancio – commenta l’avvocato Lombardi –. Non comprendiamo per quale motivo non sia stato possibile arrivare a questa contestazione. Ci riserviamo di approfondire le motivazioni della sentenza e valuteremo eventualmente se procedere in Appello o con un’azione civile".

Gli avvocati della difesa (Moreno Maresi per Alberto Mocchi e Tommaso Guerini per Sido Bonfatti) hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati senza incardinamento del processo. "La sentenza di intervenuta prescrizione risulta giuridicamente corretta, ma ritengo che Mocchi, all’epoca direttore generale di Banca Carim, per le funzioni ricoperte e per le deleghe assegnate ad altri soggetti apicali all’interno dell’ente, dovesse essere dichiarato estraneo ai fatti contestati. Per questo ed altri motivi è stata avanzata richiesta di assoluzione, prima del dibattimento, in base all’articolo 129 del codice di procedura penale". Analoga la posizione dell’avvocato Guerini, difensore di Bonfatti.

Cecchi e gli altri azionisti confidano intanto che, per quanto riguarda il primo filone di inchiesta su Banca Carim, si apra finalmente il procedimento in Corte d’Appello. Il tribunale di Rimini nel 2018 ha assolto tutti gli imputati nel primo processo contro gli ex vertici Carim precedenti all’epoca di Bonfatti.