MANUEL SPADAZZI
Cronaca

La stangata del Garante, foto e video per stanare la dipendente ‘infedele’: maxi multa all’azienda

Sanzione di 10mila euro: i titolari si erano affidati a un investigatore privato, ma dopo aver licenziato la collaboratrice le hanno impedito di vedere le prove.

Un investigatore privato in azione

Un investigatore privato in azione

Rimini, 26 luglio 2023 – L’azienda l’ha licenziata in tronco, dopo aver scoperto che nel periodo in cui era a casa in malattia in realtà lavorava per altri. Un provvedimento preso dopo aver chiesto a un investigatore privato di pedinare la dipendente ’infedele’, che aveva fatto foto e video. La donna, una 53enne pasticciera, si è rivolta un avvocato per impugnare il licenziamento deciso dagli ex datori, titolari di un’azienda dolciaria del Riminese. Il posto non l’ha riavuto, ma l’azienda è stata multata per 10mila euro dal Garante della privacy.

La vicenda inizia nel 2021, quando la donna viene licenziata. Lei si ribella, ma i titolari le dicono di avere le prove, foto e video, che mostrano che lei ha lavorato per altri mentre era a casa in malattia. L’avvocata Jessica Valentini, a cui la donna si è rivolta per fare ricorso contro il licenziamento, chiede all’azienda di avere accesso a tutti i documenti. L’azienda non ha alcuna intenzione di fornirli, e nel frattempo denuncia la sua ex dipendente. A quel punto la legale della donna si rivolte al Garante della privacy, per avere risposte. Passano i mesi, continua il muro contro muro, ma nel frattempo l’indagine contro la pasticciera viene archiviata. Sollecitata dal Garante, l’azienda si giustifica spiegando che non aveva potuto fornire i documenti perché "c’era un’indagine in corso". Una tesi che non regge. Il Garante per la privacy, lette tutte le carte, condanna l’azienda a una maxi multa di 10mila euro. "Come spiega il Garante nel provvedimento – sottolinea l’avvocata Valentini – l’azienda era tenuta a fornire tutti i documenti. Non solo: è lecito arruolare investigatori in questi casi, ma l’incarico, ha rimarcato il Garante, va affidato tramite contratto scritto. Cosa che in questo caso non è avvenuta".