
Alcuni medici di famiglia di Rimini: i dottori sono molto preoccupati della riforma
Problemi nel contattare il medico di famiglia con app, messaggi e chiamate. File in ambulatorio e zone del territorio, a partire da quelle montane, dove è difficile poter contare su un medico nelle vicinanze. I problemi per i pazienti non mancano. Ma attenzione: in un domani non troppo lontano, avvertono i sindacati dei medici di famiglia, tutto questo potrebbe essere ricordato con nostalgia.
"Si discute del contratto nazionale che vorrebbe il medico di base in convenzione, come accade oggi, ma disponibile a fare anche un numero di ore, da stabilire, presso le case di comunità. Con tutto quello che ne consegue", osserva Giulia Grossi, la segretaria provinciale del sindacato Fimmg. Ovvero: maggiore mole di lavoro per i dottori, meno tempo da dedicare ai pazienti. Una riorganizzazione che secondo Pietro Pesaresi, presidente riminese del sindacato Snami, sarebbe "poco fattibile. Già oggi i medici faticano a gestire la quantità di richieste e di lavoro che 1.500 pazienti richiedono ogni giorno. Come può essere pensabile che prestino il proprio servizio per un numero determinato di ore in case della comunità senza toglierlo ai propri pazienti? Questa riorganizzazione non sta in piedi". E c’è dell’altro: "Si parla di nuovi decreti – riprende Grossi – per rendere il medico di medicina generale un dipendente e non più in convenzione. Ma questo cambierebbe tutto".
Vediamo come: "Prima di tutto, oggi ogni cittadino può scegliere il proprio medico di famiglia. E questa è una caratteristica unica visto che in tutti gli altri contesti della sanità pubblica non si sceglie il medico da cui farsi seguire. Poi c’è il rapporto fiduciario che si viene a creare, ed infine la capillarità del servizio. Vero che oggi vi sono territori dove non è semplice avere la disponibilità di un medico nelle vicinanze, ma cosa accadrebbe se il medico diventasse un dipendente Ausl a tutti gli effetti e prestasse servizio nelle case di comunità? In Valmarecchia o in Valconca i pazienti dovrebbero fare molti chilometri per andare dal medico".
Negli ultimi anni la professione è diventata sempre meno attraente per i giovani. Tant’è che oggi, per un cittadino che si trova a scegliere il medico, la lista dei nomi disponibili è cortissima nel Riminese. Se in futuro diventassero tutti dipendenti, "allora la professione potrebbe essere ancor meno appetibile – prosegue Grossi – Non solo, sui 208 medici di famiglia presenti sul territorio provinciale, ce ne sono circa 80 in età pensionabile. La prospettiva di passare da convenzionati a dipendenti, potrebbe spingere molti di loro a scegliere la pensione". Se il futuro è grigio, il presente non è roseo. "Non solo nelle zone montane, ma anche nei comuni più grandi cominciano a esserci problemi di disponibilità di medici di base", riprende Pesaresi. I carichi di lavori "dopo il Covid sono aumentati in modo esponenziale – conclude Grossi – Oggi un medico segue ogni giorno 75 pazienti, con le visite in presenza o in altro modo. Prima della pandemia erano la metà".
Andrea Oliva