
Per Alessio Gaudioso, segretario generale Cisl scuola Romagna, servirebbero «investimenti, non tagli lineari»
Un taglio al numero dei docenti, denuncia la Cisl Romagna. Si sta chiudendo l’anno scolastico, ma le nubi che si addensano sull’inizio del prossimo preoccupano il sindacato. che definisce "inaccettabili i tagli all’organico", perché in questo modo "si compromette la qualità dell’istruzione".
Andiamo per gradi. Cisl fa notare come dal ministero abbiano già previsto un taglio lineare la numero del personale docente quantificato in 67 posti in meno tra Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena. Per Alessio Gaudioso, segretario generale Cisl scuola Romagna, servirebbero al contrario "investimenti, non tagli lineari". Ma la legge di bilancio per il 2025 non fa sconti. L’Emilia-Romagna, all’avvio dell’anno scolastico in settembre, dovrà fare i conti con una riduzione complessiva di 191 posti comuni. Una parte significativa di questo taglio, contestano dal sindacato, ricadrà sulla Romagna. Se Ravenna vedrà venir meno 26 posti e Forlì-Cesena 21, a Rimini scompariranno venti posti, "in territori che già oggi affrontano difficoltà strutturali legate alla gestione delle classi e alla qualità dell’offerta formativa". Il taglio viene motivato con il calo dalle iscrizioni, circa seimila in tutta la regione. Per la Cisl prima di far scomparire docenti, sarebbe stato più opportuno valutare l’opportunità di migliorare l’offerta scolastica. "Ancora una volta – afferma Gaudioso - il personale scolastico viene sacrificato in nome di un rigido contenimento dei costi, senza tenere conto della complessità crescente del contesto educativo. Invece di investire su classi meno numerose, percorsi didattici personalizzati e ambienti di apprendimento più sereni e sicuri, si sceglie di risparmiare a discapito della qualità dell’istruzione e del benessere di studenti e insegnanti".
Non solo, "ridurre il numero di alunni per classe significa creare le condizioni per una didattica più efficace, attenta alle esigenze individuali e più capace di garantire l’inclusione, soprattutto in un momento storico in cui aumentano le diversità e i bisogni educativi speciali". Il sindacato denuncia anche la pressione crescente sugli Uffici Scolastici, chiamati a gestire operazioni sempre più complesse su organici e mobilità in tempi ristretti. Cosa che induce a ritardi ed errori, ribatte la Cisl. "In un momento tanto delicato per la scuola pubblica serve una visione lungimirante. Non possiamo accettare che la riduzione del personale diventi la risposta automatica al calo degli alunni. Serve una politica che investa sul capitale umano".
Andrea Oliva