Riscaldamento 2022: niente deroga a Rimini, i camini vanno spenti

Il Comune aveva chiesto alla Regione la possibilità di farli accendere per contrastare il caro energia: richiesta respinta

Camini e vecchi stufe: a Rimini non si potranno accendere

Camini e vecchi stufe: a Rimini non si potranno accendere

Rimini 2 dicembre 2022 - La Regione spegne i camini riminesi. Il Comune aveva portato avanti una propria iniziativa fin dal primo giorno di ottobre, quando sono entrate in vigore le “limitazioni alla circolazione dinamica privata e regolamentazione impianti a biomassa legnosa”.

Da disposizioni regionali i camini aperti, caminetti e stufe a legna o pellet fino a classe 2 stelle per i territori sotto i 300 metri di altitudine, non possono essere utilizzati perché inciderebbero sulle emissioni inquinanti. Visto il momento particolare per le famiglie dovuto al caro energia, il municipio guidato da Jamil Sadegholvaad aveva deciso di approvare un’ordinanza in cui i camini aperti e le stufe che altrimenti sarebbero dovute rimanere spente, potevano comunque essere utilizzate, offrendo un risparmio alle famiglie che li avrebbero accesi per scaldarsi.

La cosiddetta battaglia dei camini è durata due mesi. Il Comune aveva chiesto alla Regione una deroga per consentire l’accensione dei camini, ma la richiesta è stata respinta.

Camini e vecchi stufe: a Rimini non si potranno accendere
Camini e vecchi stufe: a Rimini non si potranno accendere

Riscaldamento Emilia Romagna, tornano i divieti su stufe e camini di vecchia generazione

All’amministrazione riminese non è rimasto che tornare sui propri passi approvando in giornata una nuova ordinanza con inserito il divieto a utilizzare camini e caminetti nelle casistiche già citate. “La richiesta di approfondimenti tecnici in vista di una possibile deroga per la parte relativa alla regolamentazione degli impianti a biomassa legnosa – spiega il sindaco -, sollevata un mese fa del Comune di Rimini e da altri Comuni del perimetro emiliano romagnolo, è stata diniegata, nonostante l'impegno della nostra Regione, sostanzialmente per la presenza di accordi tra le Regioni del Bacino Padano, Lombardia e Veneto comprese, alla luce di potere incorrere - per gli Stati, per le città, Rimini compresa - in sanzioni da parte dell'Unione Europea”. Il comune incassa il no, ma per il futuro chiede un maggior confronto.

“La fase di confronto e di analisi scaturita dopo la richiesta deve, a mio avviso, essere comunque assunta come metodo per la prossima campagna sulla qualità dell'aria per far sì che questi provvedimenti siano meglio e più efficacemente tarati sul reale contesto in cui vivono famiglie e operano imprese. La nostra richiesta di deroga andava proprio in questa direzione, una misura di buonsenso che avrebbe tenuto assieme l'obiettivo strategico (il contrasto all'inquinamento) senza alcuna forzatura o peggio rischio di incomprensione da parte dei cittadini".