Cervellieri insorge: "Via chi non ci difende"

Nel mirino del Cattolica Sg i vertici della Lega nazionale dilettanti "Non abbiamo ricevuto nessun aiuto o sconto: abbiamo troppe spese"

Migration

"Via chi non ci rappresenta. Così, non possiamo andare avanti". È uno sfogo in piena regola contro i vertici della Lega nazionale dilettanti quello del presidente del Cattolica Sg, Oscar Cervellieri. "Sono l’ultimo arrivato – dice il numero uno della Marignanese, neopromossa in serie D e da qualche mese con una nuova casa nella vicina Cattolica – quindi ho cercato di osservare in silenzio, ma adesso non riesco davvero più a stare zitto. Qui vengono prese tutte le decisioni senza nemmeno interpellarci". Cervellieri mette sul piatto quello che non va. E le questioni spinose sono più di una. "Non è stato fatto nessuno sconto al momento dell’iscrizione – spiega – pur sapendo che, magari, cammin facendo, qualche competizione sarebbe potuta essere sospesa, basti pensare alla Coppa Italia annullata. Nessuna agevolazione sulle trasferte, anzi. La nostra formazione Juniores, inserita nel girone più a sud è costretta a viaggi lunghissimi. Fino a Campobasso. Tutte spese in più assurde in un momento difficile". Perché, oltre alla mancanza di pubblico sugli spalti o relativi incassi a zero, anche gli sponsor sono scappati altrove. "Hanno allargato i contributi del credito di imposta alle sponsorizzazioni, ma questo vale solo per i professionisti. Una mazzata". Sgravi fiscali, quindi, per chi sponsorizza, ma solo dalla Lega Pro in su. "E in molti hanno deciso di sostenere altre società di calcio o di qualsiasi altro sport professionistico – lamenta il presidente del Cattolica Sg – A noi, la Lega, ha dato un contentino di 3.000 euro. Soldi che non sono bastati a coprire le spese di sanificazione. Così non possiamo andare avanti". Cervellieri ha la soluzione in tasca. "Così di certo non ci sentiamo rappresentati. Bisogna che si costituisca un consiglio di Lega con al suo interno almeno 15 presidenti e un manager che ci rappresenti. Qui ci equiparano a professionisti, cosa che non siamo". Senza pensare, poi, ai costi aggiuntivi che ora deriveranno dalla messa in pratica del nuovo protocollo sanitario. "Non possono mettere sulle spalle delle società anche i costi per i tamponi- dice – Sin qui non abbiamo ricevuto, in pratica nessun aiuto. I campionati regionali hanno avuto più sostegno di noi. Oltre ai 3.000 euro abbiamo ricevuto un primo contributo a fondo perduto di 800 euro. Noi solo di una bolletta di acqua e luce ne spendiamo 3.000. Il budget per un intero campionato servirebbe solo per rispettare il protocollo sanitario. Ma io mi chiedo, i milioni di euro stanziati dallo Stato dove sono finiti? I conti qui non tornano".

Donatella Filippi