Covid Veneto, bollettino 7 novembre: 903 contagi e sette vittime

Diminuiscono i casi, mentre aumentano i ricoveri di pazienti positivi nelle aree mediche degli ospedali. Medici no vax, Zaia: "Rientro inevitabile"

Venezia, 7 novembre 2022 - Crolla il dato dei nuovi contagi Covid in Veneto nelle ultime 24 ore, solo 903 (ieri erano stati 2.871, qui il bollettino del 6 novembre), ma si tratta di un numero che come sempre risente della minor attività dei laboratori nella giornata festiva.

Covid Veneto, nuova impennata: 5.230 casi e 11 morti. Il bollettino dell'8 novembre in pdf

Ospedali, reparti Covid (immagini di repertorio)
Ospedali, reparti Covid (immagini di repertorio)

Si registrano 7 decessi. Lo riferisce il bollettino della Regione. I report totali dall'inizio della pandemia si aggiornano così a 2.443.179 per quanto riguarda le persone colpite dall'infezione, e a 15.775 (+7) per le vittime. Aumentano i posti letto occupati da malati Covid nelle aree mediche degli ospedali, 1.071 (+10), mentre scende a 38 (-5) il dato dei pazienti in terapia intensiva. 

Medici no vax, Zaia: "Rientro inevitabile"

"I dottori 'no vax' sono stati sospesi, iniziamo ad usare le parole per quelle che sono. A meno che qualcuno non teorizzi la sparizione di queste persone dalla scena medica, era inevitabile che prima o poi si sarebbero presentate alle porte degli ospedali. La sospensione non dura per sempre", ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. 

 "Il governo ha fatto un provvedimento che è solo una anticipazione di quello che era già stato previsto" e i sanitari no vax "non sono stati radiati dagli ordini professionali", prosegue il governatore, per il quale "l`altra faccia della questione è che mancano gli operatori della Sanità. Abbiamo una deficienza di circa 45mila medici in tutto il Paese, di infermieri non so neanche quante migliaia. Ora prima di tutto viene la cura del paziente".  

Ma per Zaia "non basta reintegrare i medici sospesi": bisogna togliere il numero chiuso a Medicina e "andare verso un modello di università meritocratico dove i ragazzi vengono selezionati sul campo. Dobbiamo investire di più su queste categorie perchè paghiamo il conto di una programmazione totalmente sbagliata negli anni passati", conclude.