Legambiente Veneto, flash mob per salvare il fiume Piave

La manifestazione è stata organizzata questa mattina a Candelù di Maserada. "Il Piave sconta più di altri fiumi gli effetti del cambiamento climatico”

Il flash mob sul fiume Piave

Il flash mob sul fiume Piave

Treviso, 13 febbraio 2022 – Un flashmob per la tutela del fiume Piave si è svolto questa mattina a Candelù di Maserada, nel Trevigiano,dove tanti cittadini hanno partecipato all’azione di protesta promossa da Legambiente. Un problema sentito dai Comuni rivieraschi, preoccupati per il continuo “sbancamento” del fiume, depredato da “enormi prelievi di ghiaia e di acqua, sconta più di altri fiumi gli effetti del cambiamento climatico”.

Tanti i trevigiani che questa mattina hanno raggiunto Candelù a piedi, in canoa o in bicicletta, presenti per creare “un ponte fatto di persone da una riva all'altra del fiume Piave per abbracciare le sue acque, i suoi boschi, le sue aree umide, in loro difesa”, dicono gli attivisti del circolo Legambiente Piavenire.

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"Quanto le questioni dell'ambiente e della messa in sicurezza del Piave siano sentite da cittadini, associazioni ambientaliste e amministrazioni comunali rivierasche lo dimostra oggi la grande partecipazione al flashmob promosso oggi da Legambiente a Candelù di Maserada per la tutela e la valorizzazione del fiume, dei suoi boschi e del reticolo idrico ad esso collegato". Sono le parole di Matteo Favero, il responsabile regionale del Forum ambiente e infrastrutture del Pd Veneto che oggi ha preso parte alla manifestazione per la tutela del fiume Piave a Maserada.

L’obiettivo del flash mob di oggi è spingere la Regione a investire risorse sulla rinascita del Piave, pilastro economico per molti Comuni del territorio trevigiano. “Il Piave – sottolinea Favero – è oggetto da oltre cinquant’anni di enormi prelievi di ghiaia e di acqua e sconta più di altri fiumi gli effetti del cambiamento climatico. Lo vediamo proprio in queste settimane di forte e inconsueta siccità invernale. Non considerare quindi gli aspetti economici, ambientali e infrastrutturali della messa in sicurezza del Piave, dalla sorgente fino alla foce, è sbagliato, non risolutivo e anticostituzionale".