Fortitudo, brutta sconfitta a Piacenza

Troppi errori, ora è in forse la partecipazione alla final eight di Coppa Italia. La protesta silenziosa di Boniciolli

Piacenza-Fortitudo, anche per Mancinelli una prova opaca (foto Ciamillo)

Piacenza-Fortitudo, anche per Mancinelli una prova opaca (foto Ciamillo)

Piacenza, 11 dicembre 2016 -Seconda sconfitta consecutiva per la Fortitudo che lontano dal PalaDozza sembra subire oltremisura la qualità degli avversari. Secondo ko che mette in forse la partecipazione alla final eight di Coppa Italia e apre alcuni interrogativi. Perché la Fortitudo che perde a Piacenza è forse una delle più brutte versioni della stagione, con un Raucci troppo leggero, un Knox francamente inguardabile e un Ruzzier che, dopo aver cercato di rimettere in sesto i compagni, gestisce nel peggiore dei modi un paio di palloni nel momento caldo del match.

Al festival degli errori partecipano anche un Montano da 0/6 complessivo e un Mancinelli lontano parente di quel giocatore che, almeno in A2, dovrebbe essere un valore aggiunto, quasi un americano di scorta. La peggiore Kontatto della stagione arriva fino al -4 - 54-50 a metà dell’ultimo quarto - poi si smarrisce, come se non avesse né forza né idee. Una sconfitta pesante perché, oltre al discorso della Coppa Italia, c’è un morale, almeno così è parso, da ricostruire. Insieme con l’autostima di un gruppo che nel primo tempo viene “abbandonato” dal proprio coach.

Per dare la scossa a un gruppo senza mordente, il vulcanico Boniciolli decide di sedersi in panchina lasciando che a dettare i ritmi e le difese sia il vice Comuzzo.

E prima? Che non sia una partita semplice lo si intuisce dall’inizio: che Hasbrouck faccia canestro dalla lunga distanza dovrebbe essere routine, che ci riesca anche Infante un po’ meno. Così, dopo il 3-2 firmato da Leonardo Candi, c’è spazio solo per i padroni di casa, perché Knox non trova spazio in attacco, perché Nikolic non morde in difesa e Boniciolli è subito costretto a rivoluzionare il suo quintetto e i suoi principi.

Piacenza prova con frequenza il tiro dalla lunga distanza - e l’ex virtussino Hasbrouck, pur non avendo mai giocato un derby parte con 4/4 -, mentre la Fortitudo sembra non capirci nulla. Dal 14-4 del 6’ di passa al 33-15 del 18’ con Piacenza che sembra giocare sul velluto nonostante l’assenza di Formenti. Nemmeno la mossa del doppio playmaker, Candi e Ruzzier in campo insieme, pare dare i frutti sperati. Mentre Boniciolli sceglie la strada della direzione silente. Non parla, Matteo, delega al vice Comuzzo, mentre lui, Matteo, resta seduto, quasi assente. Quasi non gli interessasse il contorno. Ma questa assenza virtuale è in realtà un messaggio preciso al gruppo: non sono contento di voi. Per questo non vi alleno. E se non ci fossero due triple incredibili di Italiano, la partita sarebbe chiusa e impacchettata già all’intervallo.

 

Assigeco Piacenza 68

Fortitudo Bologna 58

ASSIGECO PIACENZA: De Nicolao 3, Raspino 2, Hasbrouck 22, Jones 16, Infante 5, Rossato 16, Persico 2, Borsato 2, Brigato ne, Zucchi ne,Dincic ne, Gaadoudi ne.All. Andreazza.

KONTATTO BOLOGNA: Candi 8, Nikolic 11, Raucci, Mancinelli 5, Knox 5, Gandini 8, Montano, .Campogrande, Ruzzier 10, Italiano 11, Montanari ne, Costanzelli ne. All. Boniciolli.

Arbitri: Perciavalle, Pepponi, Radaelli.

Note: parziali 21-9; 36-24; 49-38. Tiri da due: Piacenza 9/19; Fortitudo Bologna 15/39. Tiri da tre: 11/39; 6/25. Tiri liberi: 17/21; 10/12. Rimbalzi: 45; 39.

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