Fecondazione assistita, Caffarra attacca la Regione Emilia Romagna

L’ex arcivescovo: “I bambini non si comprano. Tutti in piazza contro la Regione“

Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna

Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna

Bologna, 10 ottobre 2016 - Da quasi un anno ha lasciato il timone della chiesa bolognese (e dell’Emilia Romagna) a Matteo Maria Zuppi e da quasi un anno è rimasto nell’ombra e ha scelto il silenzio. Fino a ieri. Fino a un’intervista, esplosiva, rilasciata ad Andrea Zambrano alla Nuova Bussola Quotidiana, il quotidiano online di opinione cattolica.

Carlo Caffarra attacca violentemente la Regione Emilia Romagna, la fecondazione eterologa, il commercio di gameti (spermatozoi e evuli) e la nuova campagna lanciata proprio nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi. «I bambini non si comprano – dice l’ex vescovo di Bologna – e le donne non sono cave di estrazione. Nojn possiamo limitarci a denunciare, ma dobbiamo scendere in piazza perchè è Gesù che ci ha detto di gridare sui tetti».

Caffarra già in passato aveva avuto violenti scontri con la Regione Emilia Romagna. «E’ una cosa gravissima ed aberrante – insiste. Se ho capito bene qui si parla di dono, ma in realtà la regione ha già avviato anche un bando per trovare le banche dei gameti esteri da cui ospitare soprattutto ovociti femminili. Ma questo non è gratuito: la Regione spenderà 650mila euro nel biennio. E per farlo ha indetto un bando con una manifestazione di interesse. Ci rendiamo conto che stiamo trattando cellule riproduttive come un appalto stradale? Non siamo in grado di comprendere che stiamo usando denari pubblici per comprare uomini

I toni dell’intervista rilasciata da Caffarra sono aspri: «E’ un grande inganno, compiuto con fondi pubblici. Non si può tacere».

Il cardinale spiega poi nel dettaglio ciò che lui definisce una cosa aberrante. «Disporre dei gameti è un atto contro natura perché al mondo si sproducono le cose, non i bambini, mentre questa è una produzione di bambini. Ma la logica della produzione deturpa la dignità della persona. Il bambino viene così deturpato nella sua dignità. In secondo luogo il corpo della donna non è una miniera, una cava da cui estrarre ciò che mi serve per compiere i miei desideri, perché un ovocita non è il tessuto della cornea di cui mi servo per dare la vista a un cieco. L’ovocita ha in sé la potenza di dare origine a una nuova persona,

Alle domande della Nuova Bussola quotidiana («l’Emilia sazia è disperata è diventata anche transumana»?) il cardinale risponde: «E’ con grande dolore che constato ciò». Non mancano frecciate ai suoi colleghi vescovi: «Dobbiamo tutti pronunciare dei grandi mea culpa: abbiamo lasciato cadere nella nostra comunità l’insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa, abbiamo smesso di educare a una fede che diventi criterio di giudizio su ciò che accade nella storia degli uomini e delle donne. Non abbiamo fornito criteri di valutazione, il risultato è che non vediamo più il legame tra ciò che celebriamo alla domenica e ciò che faremo il lunedì».

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