La crisi falcidia le feste di partito: perde i pezzi perfino il colosso Pd

Quelle del Pri si sono ridotte a una, scomparsi Rifondazione e Sel

La festa del Pd a Cesena (foto Ravaglia)

La festa del Pd a Cesena (foto Ravaglia)

Cesena, 30 agosto 2014 - L’estate fredda delle feste di partito che un tempo riempivano di canzoni, balli e politica i mesi caldi e che si sono sempre più rimpicciolite, fino — alcune — a scomparire. Di defezione in defezione. Quelle del Partito repubblicano si sono ridotte da tre, quali erano fino a poco tempo fa, a una; la festa rossa di Rifondazione, che era un appuntamento fisso dei primi di settembre, soppressa da anni. La festa di Sinistra Ecologia, che l’anno scorso riempì i Giardini pubblici, non è stata replicata.

Certo, resiste il Pd, il partito più radicato e attrezzato, ma con le proprie perdite anch’esso: ad esempio la ciliegina sulla torta della festa di Rontagnano, in un cocuzzolo del territorio di Sogliano con la sfoglia fatta in casa dalle arzdore, amatissima meta gastronomica anch’essa azzerata, si spera non definitivamente.

«Noi abbiamo puntato sulla festa di Martorano, nostra tradizionale roccaforte — dice Mario Guidazzi — e siamo stati contenti della partecipazione. Tre feste era difficile sostenerle anche se le rimpiangiamo un po’: bei tempi». La festa di partito più imponente a Cesena è quella del Pd a Sant’Egidio, figlia meticcia delle vecchie feste dell’Unità (Pci) e dell’Amicizia (Dc). «A luglio abbiamo incassato grosso modo come nel 2013, anche se ancora dobbiamo chiduere i conti, cioé 160 mila euro — dice il responsabile organizzativo del partito Democratico di Cesena Amedeo Lusini —: tolte le spese l’utile è del 12%, poco meno di 20mila euro, grazie al fatto che tutti coloro che vi hanno operato erano volontari. Linfa preziosa per le nostre casse, visto che ci autofinanziamo. Anche quest’anno è stata una bella e grande festa, con i big politici come Bersani, anche se non paragonabile alla feste dell’Unità degli anni Settanta. Le altre le abbiamo organizzate fra l’altro, a Settecrociari e Savignano, tuttora in corso, e Borello».

Le feste storiche se le ricorda bene Orio Tedorani, personaggio di spicco del Pc- Pds-Ds cesenate, responsabile organizzativo di varie feste e curatore insieme a Elide Urbini nel 2012 di una splendida mostra fotografica sulle feste estive del Pc.  «Comiciarono nel dopoguerra, negli anni Cinquanta si tenevano all’Ippodromo dove c’erano anche le corse dei cavalli e quelle in bicicletta delle donne. Poi fu la volta della Rocca. Ricordo a metà anni Sessanta quando parlai in pubblico a un incontro con Giorgio Amendola e andai in tilt per l’emozione. Allora le feste dell’Unità erano un tripudio festoso di popolo. Negli spazi tra Iti e Ragioneria si tennero a metà anni Settanta. Ricordo che De Andrè dette forfait e trovammo Morandi, in quella fase caduto nel dimenticatorio, che accettò di venire a cantare la sera dopo per poche lire. Ma il ricordo più vivido — continua Teodorani — fu la serata alla festa dell’Unità con Casadei. Incassammo così tanti soldi, allora non c’era la cassa continua, che dovemmo metterli in un sacco della spazzatura nascosto nella cella frigorifera».

La Festa dell’Unità venne organizzata per un anno anche al circolo Tennis, poi di nuovo nello sferisterio della Rocca fino al ’74, quindi nel parco dell’ex ospedale tra Ragioneria e Iti, quindi negli anni Ottanta allo stadio, poi ancora nel piazzale ex Arrigoni vicino alla Stazione, alla fiera di Pievesestina prima dell’approdo al parco Frutipapalina di Sant’Egidio.