Rimini, omicidio di Luna. Condannato a 30 anni il serial killer Ismaini

A Rimini il primo delitto della 24enne trovata morta a Torre Pedrera, poi Brindisi e Catania

Il ritrovamento del corpo senza vita della ragazza (Foto Pasquale Bove)

Il ritrovamento del corpo senza vita della ragazza (Foto Pasquale Bove)

Rimini 24 luglio 2017 - È stato condannato a 30 anni Zakaria Ismaini, 33 anni, marocchino, per l’omicidio di Anna Maria Stellato, la 24enne ligure, trovata morta nelle acque di Torre Pedrera di Rimini, il 14 luglio del 2012. La Corte d’Assise di Rimini ha condannato il marocchino anche ad una provvisionale di 50 mila euro.

Già condannato all’ergastolo a Brindisi lo scorso aprile per l’omicidio di Cosimo Mastrogiovanni, 63 anni, pensionato di Latiano bruciato vivo il 10 novembre 2014, Ismaini ha confessato anche l’omicidio della 50enne Letizia Consoli, una vedova uccisa a Catania il 7 febbraio 2015, colpita alla testa e gettata in mare. E proprio a Rimini il serial killer aveva fatto la sua prima vittima.

Tre omicidi, secondo il pm Davide Ercolani, che aveva chiesto la pena dell’ergastolo, con tanti elementi comuni. La ragazza, che tutti conoscevano come Luna, è morta annegata in uno stato di intossicazione acuta per eroina. Ma presentava anche tre ematomi sospetti al capo a cui nemmeno il medico legale era riuscito a dare un’origine. La prima ipotesi fu quella di lesioni prodotte dal galleggiamento contro gli scogli. Una versione che non aveva soddisfatto gli inquirenti perché quando venne trovata, la ragazza aveva addosso solo un reggiseno. Una cosa era stata appurata fin subito, quella notte a Torre Pedrera, Ismaini era stato l’ultimo a vedere Luna viva. Il marocchino quindi era stato indagato per omissione di soccorso, ma senza prove era stato lasciato a piede libero. Ai carabinieri aveva raccontato che la ragazza aveva assunto droga, era andata a farsi un bagno in mare e l’aveva vista sbattere contro gli scogli. Quando però era arrivato da lei, l’aveva vista boccheggiare con la schiuma alla bocca, e preso dal panico l’aveva lasciata lì a morire e se n’era andato portandosi via la borsa che, disse, aveva gettato in un cassonetto.