REDAZIONE ANCONA

"Alla Caritas i poveri in giacca e cravatta"

Il direttore D’Aurizio: "Fingono di avere una casa e si presentano con la bustina di plastica. C’è chi cerca di uscire dalle dipendenze"

"Alla Caritas i poveri in giacca e cravatta"

"Sempre più persone si rivolgono alla Caritas e a tutti i suoi servizi, chi prova ad uscire dalle dipendenze, soprattutto quella dell’alcol fa fatica a mantenere lavoro e casa. Ci sono moltissime case sfitte che si lasciano vuote pagando magari 150 euro di Imu, in mancanza di inquilini con contratti a tempo indeterminato, ma possibile che la politica non riesca a trovare una soluzione a garanzia di tutti?". Così Marco D’Aurizio, direttore della Caritas diocesana di Jesi (che comprende il territorio di 12 Comuni) nel tracciare un bilancio del 2023. "E’ opportuno muovere delle politiche, non solo gli aiuti" aggiunge. "C’è chi si veste con la cravatta e di tutto punto per andare al lavoro fingendo di avere una casa e poi viene da noi con la bustina di plastica - aggiunge l’operatore Caritas Gabriele Galdelli -. Chi cerca di uscire dalla dipendenza, soprattutto da alcol e ricostruirsi una vita, è in carico ai servizi, ma in condizioni di fragilità e fatica a mantenere un lavoro e trovare quindi una casa". "Nel 2023 – aggiunge D’Aurizio, accanto al vescovo Gerardo Rocconi che oltre all’importanza dei servizi offerti da Caritas supportata da 16 unità parrocchiali, ha voluto sottolineare il suo no alla guerra e all’invio di armi – sono 524 le famiglie seguite dal centro di ascolto. Ben 21.761 i pasti erogati con il coinvolgimento di 100 volontari, per lo più pensionati ma anche giovanI che scelgono di dedicare magari il pranzo della domenica ad aiutare gli altri. Il nostro emporio alimentare, un piccolo supermercato dove le persone possono scegliere il cibo di cui hanno bisogno è stato utilizzato lo scorso anno da 375 persone e 186 nuclei familiari per un valore di 44.665mila euro". "Distribuiamo poi il vestiario grazie alle molte donazioni che riceviamo – aggiunge Galdelli – ci sono bambini che mentre la mamma fa la spesa possono scegliersi un vestito come fossero in un normale negozio. Dei vestiti che riceviamo il 15% viene redistribuito, il resto viene conferito a Nicoletti Servizi che ci riconosce qualcosa in denaro e ha anche assunto delle persone che si erano rivolte a noi e avevano bisogno di un lavoro". Sono stati 308 gli accessi per la distribuzione degli indumenti. Sono stati 6.199 i pacchi viveri distribuiti, 73.756 gli aiuti economici erogati e 540 buoni scuola. C’è poi l’ambulatorio medico che ha effettuato 38 visite di controllo e 5 percorsi di supporto psicologico e l’armadio farmaceutico con 238 farmaci erogati e 683 donati. Gli utenti sono "per metà italiani e l’altra metà stranieri".

Sara Ferreri