Ancona, 19 gennaio 2025 – A due settimane di distanza dalla doppia tragedia di Torrette, la ricostruzione dell’incidente in cui hanno perso la vita Lucia Manfredi e Diego Duca, moglie e marito, resta ancora parziale. Tuttavia, ci sono alcuni punti che potrebbero presto essere confermati nell’istruttoria d’indagine. A partire dall’alta velocità del veicolo che ha travolto l’auto dei due coniugi, la Bmw X3 condotta dal dipendente dell’istituto ‘Volterra Elia’.

Impossibile al momento valutarla con estrema esattezza, di sicuro però siamo ben sopra il limite fissato in via Esino, ossia 50km/h. A confermare l’alta velocità in cui stava procedendo il suv, oltre a una testimonianza oculare molto preziosa per gli inquirenti, ci sarebbero le immagini di una telecamera posta a breve distanza dal punto d’impatto fatale tra via Esino e via Aso.
Dai rilievi effettuati sembra che non ci siano le evidenze dei segni di un’eventuale frenata, quindi questo particolare lascerebbe aperti diversi scenari, alcuni dei quali suffragati forse da alcuni aspetti abbastanza chiari. Sembra assodato, infatti, che il bidello al volante dell’X3 non stesse utilizzando il cellulare, dunque non sarebbe stato distratto dallo smartphone durante la guida. A questo punto, unendo i puntini, altre ipotesi in campo potrebbero essere un lieve malessere, un colpo di sonno o una banale disattenzione.
Le prime due ipotesi potrebbero essere suffragate dalle prime dichiarazioni a caldo del conducente del suv alle forze dell’ordine. L’uomo, infatti, sembra che non ricordasse nulla dell’accaduto in quegli attimi fatali che sono stati decisivi per la morte di due persone. Il giorno dell’incidente e in quelli successivi si è anche parlato della presenza di una patina di ghiaccio sul manto stradale all’altezza del punto in cui si è verificato lo schianto, ma anche questo particolare potrebbe non essere confermato e comunque non aver giocato un ruolo determinante nella dinamica del sinistro.
La dinamica appunto, secondo cui l’auto dei coniugi si trovava in prossimità in via Aso all’altezza dell’intersezione con via Esino, ma ancora non è stato chiarito se entrambe le vittime si trovassero all’interno dell’abitacolo dell’utilitaria quando è stata travolta dalla Bmw. Vista la delicatezza del caso è probabile che le ricostruzioni peritali di parte possano andare avanti ancora a lungo, prima di arrivare a una conclusione condivisa e pienamente accertata.