
Franco Corelli, il tenorissmo anconetano
Sabato sarà un giorno particolare per i melomani marchigiani. Come ricorda Marco Corelli, cugino del ‘tenorissimo’ Franco, settanta anni fa, il 7 dicembre 1954, lo straordinario artista anconetano inaugurava per la prima volta la stagione della Scala di Milano con ‘La Vestale’ di Gaspare Spontini, al fianco di Maria Callas. L’opera fu allestita per cinque repliche, tutte sold-out. Proprio quest’anno si celebra il 250esimo anniversario della nascita di Spontini, autore di due opere, ‘La Vestale’ e ‘Agnese di Hohenstauffen’, che con il passare del tempo vennero eseguite sempre più raramente per via delle difficoltà di interpretazione, soprattutto per il ruolo del tenore.
Eppure negli anni ‘50 diventarono degli autentici trionfi. Indovinate di chi è stato il merito? Di un cantante dalle qualità eccezionali: Franco Corelli. Professionista da neanche due anni, ricorda ancora il cugino Marco, "grazie alle sue uniche qualità vocali e tecniche Franco affrontò le difficilissime opere che tutti gli altri Grandi non potevano affrontare, a causa dei loro limiti vocali e tecnici. Opere dalle tessiture musicali molto complesse, che giacevano impolverate nei cassetti dei teatri da decenni, e non potevano essere programmate per mancanza di tenori adatti. E questo proprio durante il periodo d’oro della lirica, quello di Gigli, Volpi, Del Monaco, Di Stefano... Tutto ciò la dice lunga sulle interpretazioni di Franco, e sul perché erano considerate eventi storici".
Marco Corelli sottolinea anche la presenza scenica e le doti attoriali dell’illustre parente. Riguardo ad ’Agnese di Hohenstauffen’, Corelli interpretò l’opera in prima nazionale al Teatro Comunale di Firenze, con tre repliche trionfali. Ma è soprattutto nel tempio della lirica, la Scala, che il Maestro divenne il tenore di riferimento: sette inaugurazioni e oltre 165 recite in soli dieci anni. E’ uno dei moltissimi record stabiliti dal tenore dorico, che ha legato indissolubilmente il proprio nome anche al Metropolitan di New York, dove fu di casa per quindici stagioni consecutive. Basti dire che per quattro volte Corelli inaugurò nello stesso anno le stagioni della Scala e del Metropolitan. "Privilegio mai concesso a nessun grande cantante lirico, neanche per una sola volta", aggiunge Marco Corelli, il quale spiega che a quelle serate erano presenti "regnanti, statisti, grandi attori del cinema e della prosa, e tutto il jet set. Franco era soprannominato Mister Sold Out...".
Per chi avesse ancora dei dubbi sulla grandezza di Franco Corelli, il cugino Marco ricorda che "nel 1999 a Parigi un’esperta, competente e severa Commissione mondiale composta da grandi direttori di orchestra, grandi cantanti e critici internazionali nominò Franco come Il più grande tenore del ‘900. E non a caso Andrea Bocelli, recentemente, alla domanda di Fabio Fazio su chi sia stata la più grande e bella voce lirica di sempre, senza un attimo di esitazione ha risposto: Franco Corelli. C’è da andarne orgogliosi. Bisognerebbe riscoprire l’orgoglio anconetano, che la politica troppo spesso ignora o dimentica".