Corte dei Conti condanna la Cooperlat Tre Valli

L’indagine ha portato alla revoca dei contributi europei da parte della Regione. Nella più grande stalla della provincia non sarebbe stato garantito il benessere animale.

Corte dei Conti condanna la Cooperlat Tre Valli

Le indagini dei carabinieri nella grande stalla di Serra de’ Conti

Benessere animale non rispettato: la più grande stalla della provincia di Ancona a Serra de’ Conti che forniva fino a 130 quintali di latte al giorno alla Cooperlat Tre Valli per il marchio ‘alta qualità’ (oggi che ha una nuova gestione) condannata dalla Corte dei Conti. Tutta l’operazione che ha portato all’indagine dell’Olaf di Bruxelles con la revoca dei contributi europei alla Cooperlat Tre Valli da parte della Regione, per ora 616.419 euro ma complessivamente quasi 2,5 milioni, è nata dall’indagine dei carabinieri forestali, stazione di Arcevia scattata a novembre 2021 e poi proseguita l’anno successivo. Durante il sopralluogo scaturito anche da alcune segnalazioni oltrechè dalla presenza della grossa stalla (mille capi di bestiame) e di liquami vicino ad un torrente che ha fatto tenere alta la guardia agli inquirenti sono state riscontrate situazioni di maltrattamento animale con fino a 29 bovini morti nell’arco di un solo mese (secondo quanto accertato scivolavano sui loro stessi liquami ferendosi) e carcasse di animali morti anche da 48 ore.

Il blitz, effettuato assieme al servizio sanitario e all’Arpam, è terminato con due denunce per maltrattamenti di animali e la realizzazione di vasche abusive per contenere le deiezioni dei bovini. Nella primavera successiva un nuovo sopralluogo che ha accertato come la situazione non fosse cambiata e ora sono arrivate le condanne dalla giustizia contabile. La stalla cooperativa e in solido il suo allora presidente, come ha decretato la Corte dei Conti in base alle indagini dei carabinieri forestali e degli enti preposti, debbono pagare la prima quasi 69mila euro all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), 36.300 il precedente presidente e 32.600 l’ultimo presidente. Somme che vanno ad aggiungersi ai 616.419 euro che la Regione per conto della Commissione Europea ha richiesto indietro a Cooperlat nei giorni scorsi. I carabinieri forestali hanno affiancato anche l’attività dell’Olaf e sono approdati anche nello stabilimento di via Piandelmedico a Jesi per verificare come l’azienda tutelasse il "marchio Qm, Latte crudo e fresco pastorizzato di alta qualità" destinatario di contributi pubblici.

"Ho segnalato l’assurdità di ricevere contributi pubblici nonostante l’evidente maltrattamento animale e il mancato rispetto dei bovini – rivela l’ex allevatore pesarese Andrea Busetto Vicari – Ho inviato la segnalazione ad Olaf nel 2022 e mi ha prontamente dato riscontro. Trovo ingiusto il sistema di erogare fondi pubblici a chi non ha idea di cosa voglia dire il rispetto animale. Elementi che portano ad una cattiva qualità del latte. Grazie all’intervento degli organismi preposti stavolta è stata fatta ‘giustizia’".

Sara Ferreri