
Il professore Massimo Ippoliti con gli allievi dell’Istituto d’Arte di Jesi
Ben 38 anni di lunga carriera in aula, nei laboratori scolastici ma soprattutto fuori con gli stessi ragazzi a portare il loro estro al servizio dell’intera collettività e come scultore per rendere più belle piazze e città. Lui è Massimo Ippoliti: è andato in pensione quest’anno dopo aver insegnato per 38 anni, partendo da Urbino, nel 1986 all’istituto d’arte più antico delle Marche, a Palazzo Ducale, all’istituto d’arte Apolloni di Fano e poi l’istituto d’arte Mannucci di Ancona dal 1991 fino al trasferimento (nel 2007) a Jesi al Manucci. Lo scultore jesino è stato guida e ispirazione per migliaia di studenti alcuni dei quali hanno raggiunto riconoscimenti nazionali e internazionali e continuano a seguire i loro talenti in giro per il mondo. Non solo perché Massimo Ippoliti ha dedicato la sua vita all’arte intesa come bellezza e si è messo a disposizione della città e dell’intera regione per mantenere opere d’arte e per realizzare di nuove.
Il monumento bronzeo a Federico II, il restauro della fontana dei leoni oggi in piazza della Repubblica, il monumento Martiri XX Giugno per restare a Jesi e poi i due bronzi realizzati per lo Stato di San Marino e volati a New York e Detroit. Sono stati suoi allievi numerosi ragazzi oggi affermati artisti come Andrea Luzi, in arte Pampish, e Fabrizio Faccenda, entrambi di Filottrano, i ragazzi Lab 81 di Monte San Vito, diversi talenti nel mondo della Grafica come Paolo Maria Frattesi, disegnatore per le Winx. Maestro d’arte ma anche di vita Ippoliti a scuola ha ospitato artisti e testimoni illustri della dell’arte contemporanea come, solo per restare all’ultimo periodo Mario Sasso, Gianluigi Toccafondo e Giovanni Beato (assistente di Pericle Fazzini).
Testimonianze e semi gettati nei ragazzi che hanno lasciato il segno come è emerso nell’ultimo giorno di scuola per Ippoliti, festeggiato in grande dai suoi colleghi e dai ragazzi stessi. Per lui anche un video che, tramite l’intervista degli studenti al prof Samuele Verdecchia, ripercorre le tappe più salienti dei suoi ultimi anni in ‘cattedra’.
"Mi sento privilegiato – dice Ippoliti - perché ho potuto fare nella mia vita quello che mi piaceva. La mia famiglia mi ha sempre appoggiato. Tra l’altro quest’anno si festeggiano i 50 anni all’istituto d’arte e una scuola permette di conservare il fare bottega, l’artigianalità. La forza di questa scuola è quella di avere una palestra continua che va salvaguardata. Chi si trova a insegnare oggi ha una grande responsabilità nel tramandare ai ragazzi quei segreti che non stanno sui manuali. Perché io credo davvero che la bellezza salverà il mondo".
Sara Ferreri