Gian Paolo Bertuzzi scomparso, la moglie: "Un'amante? No, eravamo sempre insieme"

L'appello della donna a 'Chi l'ha visto?'. "Ancona per noi non rappresenta nulla" e poi "Aveva 4mila euro per la sua attività"

La moglie di Bertuzzi a 'Chi l'ha visto?'

La moglie di Bertuzzi a 'Chi l'ha visto?'

Ancona, 7 giugno 2019 - «La città di Ancona per noi non rappresenta assolutamente nulla». Queste le parole della moglie di Gian Paolo Bertuzzi, la signora Ivonne, in collegamento mercoledì sera con la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ dopo che nella mattinata il pickup dell’artigiano 64enne scomparso dalla zona di Piacenza era stata rinvenuta dagli uomini della Squadra Mobile, parcheggiata al Mandracchio con una ruota a terra ed un coltello sporco di sangue sul pianale posteriore.

AGGIORNAMENTO Ritrovato sano e salvo l'artigiano scomparso

La mattina della sua scomparsa Bertuzzi «aveva fatto dei prelievi in banca – ha proseguito la moglie - che erano però inerenti la sua attività. Per questo non ho riscontrato nulla di anomalo anche perché in tutto aveva preso 4mila euro. Quando l’ho saputo – aggiunge – inoltre non mi sono nemmeno stupita più di tanto. Se avessi immaginato cose strane, l’avrei detto agli inquirenti perché non c’è nulla da nascondere». Poi, il fatto che la sua vettura sia stata trovata proprio in città non dà alcun collegamento con il passato perché, ha ribadito, «Ancona per noi non rappresenta assolutamente niente, non ci dice niente. Infatti del ritrovamento ad Ancona mi sono stupita perché non mi dice niente – ha rimarcato ripetutamente».

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La domanda successiva poi è lecita per fugare qualsiasi dubbio: possibile che avesse avuto un appuntamento con qualcuna? «Non credo proprio - è la risposta convinta della donna – E’ vero che la moglie è sempre ultima a sapere – prosegue - ma noi eravamo sempre insieme e non ricordo una serata trascorsa senza di lui. Anche alle due cene di lavoro della ditta, era sempre con me. Lui era tutto casa, famiglia, nipotina e Inter. Gli piaceva sì andare allo stadio – chiosa – ma era una persona che non beveva, non fumava e anche quegli aperitivi saltuari, li faceva con me. Metodico, posato e introverso ma con la compagnia giusta».

Quel 31 maggio «alle 19.30 avevo provato a chiamarlo per sapere se stava tornando a casa. Il suo telefono suonava libero ma è successivamente, alle 20.15 e poi alle 20.30 che mi sono iniziata a preoccupare per il fatto che non rispondeva. E da lì è scattato tutto». Anche a Rimini, dove Bertuzzi è uscito dall’autostrada per proseguire poi verso Ancona «non conosco nessuno. Il mio pensiero – ipotizza la moglie - era che in macchina non fosse da solo. Ho pensato all’aggressione». Da una telecamera del porto si vedrebbe però che l’uomo era da solo e «questa storia della telecamera che pare che veda mio marito – chiede - vorrei accertarla visionando il filmato. Da casa non manca niente – sottolinea -: nessun vestito, scarpe o altro. E’ tutto a casa e qui, senza di lui, c’è la disperazione più totale. Non si mangia più, non si dorme più. L’8 giugno è anche il compleanno di Filippo». Ed è proprio il figlio Filippo a concludere il collegamento. «Mi sta crollando il mondo addosso – ha detto in lacrime -. Siamo distrutti. Chiedo a chiunque abbia informazioni su questa storia – conclude – che si faccia avanti e abbia il coraggio di parlare con le autorità competenti».