"Gli Inti-Illimani e il disco con loro"

Giulio Wilson in concerto con la storica formazione domenica al teatro La Fenice di Senigallia con "Agua"

"Gli Inti-Illimani e il disco con loro"

"Gli Inti-Illimani e il disco con loro"

"Per noi è sempre bellissimo tornare in Italia. Suonare con Giulio, talentuoso cantautore e caro amico, è un modo per avvicinarci alla nostra storia e per continuare a coltivare la passione che ci lega all’Italia". A parlare è Jorge Coulón, membro fondatore dei leggendari Inti-Illimani.

Il ‘caro amico’ è Giulio Wilson. Domenica (ore 21) gruppo e cantautore porteranno il loro ‘Agua World Tour 2023’ al Teatro La Fenice di Senigallia. Il concerto, organizzato da Best Eventi, sarà l’occasione per ascoltare i brani di ‘Agua’, il disco realizzato insieme.

Wilson, come è nata la vosta collaborazione?

"Grazie a un mio brano, ‘Vale la pena’. La melodia poteva essere vicina a quella degli Inti-Illimani, così l’ho mandata a Coulón, che ha proposto di farla insieme. E’ scattata subito una sintonia artistica e un’amicizia. Ho ho iniziato a partecipare ai loro concerti, ponendo le basi per il disco".

Così nasce ‘Agua’.

"Sì, sono stato due mesi a Santiago del Cile, condividendo idee e arrangiamenti con loro. Una bellissima esperienza, in cui non sono state le individualità ad emergere. E’ un disco omogeneo, in cui i nostri due mondi musicali si mescolano, si uniscono per crearne uno nuovo. Cantautorato italiano e musica latinoamericana, chitarra e strumenti ancestrali come i flauti di Pan".

Loro poi hanno un rapporto speciale con il nostro Paese.

"Gli Inti-Illimani sono molto legati all’Italia. Erano da noi quando ci fu il colpo di Stato in Cile. In Italia sono rimasti quindici anni. I dischi migliori li hanno fatti qui".

Per molti sono ‘solo’ quelli di ‘El pueblo unido jamás será vencido’.

"E pensare che loro dicono che quel pezzo non li rappresenta più di tanto. In Italia negli anni ‘70 quasi non si poteva non fare politica, ma loro non si considerano i portavoce di qualcosa. La definizione di gruppo impegnato gli sta un po’ stretta. ‘Agua’, per dire, è un disco leggero, tenero, semplice. Ai concerti cantiamo anche ‘Buonanotte fiorellino’".

Però di ‘acqua’ si parla anche in termini impegnati.

"Sì, il tema ambientale c’è. Ma loro sono diversi da come molti li immaginano. Come musicisti sono più tecnici, più bravi rispetto agli anni ‘70".

Lei ha vinto molti premi, ed è stimato dalla critica. Resta però un cantautore di nicchia. Le manca qualcosa?

"No. Scrivo canzoni per me e per altri, come Ron. Nel mio piccolo ho costruito cose solide, di cui sono soddisfatto. E ora faccio un tour mondiale con gli Inti-Illimani, che ci porterà in Europa e in Sudamerica".

Raimondo Montesi