
Nella spiaggia del Passetto, l'ascensore chiude nei giorni infrasettimanali e i bivacchi si espandono, preoccupando i residenti. Clochard e richiedenti asilo occupano spazi anche davanti alle grotte.
L’ascensore chiude nei giorni infrasettimanali e i bivacchi si espandono anche davanti alle grotte. È quanto sta accadendo dallo scorso fine settimana nella spiaggia del Passetto. Alcuni grottaroli raccontano di aver trovato resti di bivacchi – coperte, buste e cartoni – davanti ai cancelli delle loro proprietà. Giovanna Ciccarelli è una di loro: "Domenica scorsa, sono scesa in grotta – dice – e c’erano due persone davanti al mio cancello. Sotto l’ascensore, invece, ne ho contati circa nove. Vanno aiutati". Ad accompagnare la donna, vedova di Sauro Marinelli, l’ultimo pescatore del Passetto, è stato l’ascensorista, il dipendente della Conerobus che controlla gli accessi alle cabine: "È stato lui a scortarmi. Mi ha aiutato a passare tra i giacigli, voleva essere sicuro che non fossi infastidita. È stato davvero gentile" – evidenzia. L’impianto di discesa e risalita, per tutto ottobre, sarà attivo solo nel fine settimana. Il soppalco, per così dire, è occupato da alcuni cappotti, presumibilmente proprio di chi dorme là. I clochard continuano quotidianamente ad abitare la spiaggia. Non era mai accaduto che il gruppo di senza tetto arrivasse fino al Quadrato, nonostante lo scorso anno un grottarolo abbia trovato uno straniero intento a dormire persino dentro la propria grotta. Ci si era introdotto dopo aver forzato il lucchetto che serrava la porta. In questi giorni, i clochard hanno portato davanti l’ascensore anche un passeggino dove accatastano le loro cose: viveri, bottiglie e letti di fortuna. In piena estate, il Carlino aveva scoperto un barbecue sotto la palafitta, con cui il gruppo si scaldava. "Con l’arrivo dell’inverno – commenta il signor Gianni, altro grottarolo – questa gente va ospitata in un luogo caldo, non al freddo e alle intemperie". Potrebbe trattarsi, con tutta probabilità, del solito gruppo di richiedenti asilo in attesa dei documenti di visto.
Nicolò Moricci