SARA FERRERI
Cronaca

Incendi in serie, spunta la firma del dolo

Fiamme in un bosco vicino all’eremo dell’Acquerella, i forestali non hanno tardato a individuare la catasta di legna usata come innesco

Gli uomini dell’Arma nel punto in cui le fiamme sono state fatte divampare

Gli uomini dell’Arma nel punto in cui le fiamme sono state fatte divampare

Altro incendio in questi giorni di temperature record: in fiamme un bosco poco distante dall’eremo dell’Acquerella. Anche stavolta, secondo i primi accertamenti, dietro le fiamme ci sarebbe la mano dell’uomo. L’allarme incendio boschivo è scattato ieri alle 13 in località Albacina (nei pressi di AlbaRecuperi), l’azienda che si occupa di recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Sul posto sono accorse due squadre dei vigili del fuoco di Arcevia e Fabriano, e il modulo antincendio boschivo. Un’area piuttosto impervia, tantochè si è reso necessario l’invio dell’elicottero canadair. In fiamme, secondo una prima stima effettuata da vigili del fuoco e carabinieri forestali, oltre due ettari di bosco. Un intervento che è proseguito per oltre quattro ore, con la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Sul posto anche i carabinieri forestali del nucleo di Fabriano, i quali hanno trovato il punto di innesco: una vecchia catasta di legna, probabilmente accesa da qualcuno. Da qui le fiamme si sarebbero propagate anche grazie al vento che soffiava. I militari intervenuti hanno constatato come l’incendio avesse divorato un bosco di roverella e un ginestreto. Le indagini proseguono per incendio boschivo colposo a carico di ignoti; i militari stanno effettuando ulteriori accertamenti e sentendo qualche testimone. Il codice penale prevede infatti che "chiunque, al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto, cagioni un incendio su boschi, selve, foreste o zone di interfaccia urbano-rurale ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da sei a dieci anni. Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da due a cinque anni". Le pene previste sono aumentate della metà "se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente". Si tratta del secondo importante incendio nella zona del fabrianese in poco più di 24 ore. Il giorno precedente, nella tarda mattinata era scattato l’allarme in località Serralta, nel cantiere per il raddoppio ferroviario. Due ore per spegnere l’incendio che ha bruciato 300 metri quadrati di vegetazione incolta e lambito un bosco. Le cause anche qui sono colpose e riconducibili ai lavori del cantiere ferroviario: l’incendio sarebbe stato causato dalle operazioni di taglio di micropali metallici. Gli operai del cantiere hanno provato a spegnere le fiamme che si sono però estese in pochi istanti. Indagini in corso a carico del capocantiere e dell’operaio esecutore dei lavori: potrebbe dover rispondere di incendio boschivo colposo.

Sara Ferreri