
Il sindaco Signorini e l’ingegnere Stefoni con le carte del progetto per i fossi
Un paio di mesi, massimo gennaio prossimo. Poi circa un anno di lavori per chiudere il cerchio e mitigare il rischio idraulico a Castelferretti, alluvionata un mese fa, zona industriale, aeroporto e Fiumesino. È quanto stimano i tecnici all’avvio dell’ultima fase del progetto finanziato per quasi 3 milioni e 900mila euro dalla Regione (approvato il 12 settembre) e che sarà realizzato su appalto del Consorzio di Bonifica. Lo start dei cantieri è legato all’aggiudicazione delle offerte e alla verifica dei requisiti delle ditte. "Il progetto nella sua interezza – ha detto ieri in conferenza Paride Prussiani, vicedirettore del Consorzio, arrivato al Castello con la presidente dell’assemblea Francesca Gironi – è essenzialmente valido, è corretto, funzionerà. Naturalmente perché l’abito sia cucito addosso alle esigenze del territorio, bisogna che sia completo. Se mancano i calzini, qualcosa non funziona. Ma l’abito sta funzionando ed è adatto a Castelferretti". Risorse come quelle arrivate, dal 2019 ad oggi, non si erano mai viste per questo territorio. Parole del capo dipartimento di Protezione civile regionale Stefano Stefoni: "Sono stati cubati più di 15 milioni di euro e quello che partirà è l’ultimo cantiere a monte, oltre ad alcune opere accessorie da effettuare nella parte terminale del Liscia per l’aeroporto e Fiumesino". L’aggiornamento è stato organizzato dal sindaco Stefania Signorini, in presenza di assessori e dirigenti, per "chiarire le competenze delle opere che spettano alla Regione e al suo braccio operativo che è il Consorzio", ma anche per assicurare i cittadini che, a stretto giro di posta, "saranno realizzati ulteriori interventi per completare la strategia di messa in sicurezza, grazie all’impegno degli enti e al confronto costante con essi". La tranche finale dei lavori prevede: l’ampliamento delle sezioni del fosso San Sebastiano dalla ferrovia fino alla cassa di espansione esistente, con la realizzazione di rivestimenti spondali antierosivi nel tratto urbano e di rivestimento in calcestruzzo in corrispondenza degli attraversamenti per tratti significativi; l’ampliamento delle sezioni del canale della Liscia, in continuità con i lavori già eseguiti; l’ampliamento delle sezioni del fosso Cannetacci dalla ferrovia fino alla Statale 76 e di rivestimenti in calcestruzzo in corrispondenza degli attraversamenti. E le casse già realizzate? Se era stato detto che avrebbero potuto prevenire, statisticamente, piene che si verificano ogni 200 anni, cosa non ha funzionato quel 19 settembre? "Hanno assolto al loro dovere", ha detto Prussiani. Ma nel farlo, si sono deteriorate. Specie quella del San Sebastiano, danneggiata per quasi 400mila euro. "Abbiamo già autorizzato il ripristino in somma urgenza – il bis di Stefoni –. Ma la dice lunga sull’energia che le casse hanno dissipato e sull’acqua che hanno trattenuto. Senza, l’esito non sarebbe stato questo". Ecco perché si continua a lavorare per "sovradimensionare le opere". Unica strada da seguire "per tornare tra due anni dal sindaco – ha concluso il dirigente regionale – e dirle che sono state completate".