
La storia singolare di un 33enne di Monte San Vito che sei anni fa avrebbe fatto delle scritte sulla linea tra Chiaravalle e Ancona. La totale somiglianza col fratello alla fine lo ha scagionato.
Un filmato aveva ripreso un writer che a bordo di un autobus di linea extraurbana aveva imbrattato i sedili e i finestrini del mezzo di trasporto pubblico con della vernice. Per arrivare alle sue generalità ci avevano pensato i carabinieri della Compagnia di Ancona perché il suo volto era già noto alle forze dell’ordine. Per quelle scritte però il giovane sospettato, 27enne all’epoca dei fatti e oggi ormai 33enne, è stato assolto perché manca la prova che sia stato effettivamente lui a scarabocchiare il mezzo di proprietà di Conerobus. Il presunto imbrattatore infatti ha un fratello gemello, identico a lui, che nemmeno le forze dell’ordine, con le foto fornite dal suo difensore, sono state in grado di dire chi fosse l’uno e chi l’altro. L’assoluzione è arrivata lunedì al tribunale dorico, per l’imputato, originario di Isernia ma residente a Monte San Vito, davanti alla giudice Alessandra Alessandroni. Il 33enne, difeso dall’avvocato Marco Subiaco, era accusato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Stando alla Procura, che lo ha fatto finire a processo, sarebbe salito a bordo della linea che copre la tratta Chiaravalle-Falconara, munito di bombolette spray multi colore. Era il pomeriggio del 29 agosto del 2018, il mezzo pubblico era vuoto e lui si sarebbe seduto su alcuni sedili per dare sfogo al suo genio artistico lasciando delle scritte colorate di giallo, rosso, blu e nero.
II 33enne si sarebbe accanito prima sui sedili di stoffa dell’autobus spruzzando le bombolette di vemice, poi sarebbe passato ai finestrini, appoggiandosi anche ad un perno di ferro del mezzo pubblico. Una operazione durata qualche minuto ma tale da rovinare l’autobus, uno dei modelli più nuovi del parco mezzi dell’azienda di trasporto pubblico. Il suo raid ha dovuto fare i conti con le telecamere di cui l’autobus, di quel modello, era dotato e che ha ripreso tutto l’imbrattamento compiuto senza nessun motivo se non compiere un atto vandalico.
Conerobus aveva messo a disposizione dell’Arma i filmati delle telecamere di bordo e dopo una meticolosa analisi i carabinieri erano arrivati al 33enne. L’avvocato Subiaco in udienza ha portato le foto dei due gemelli basando la sua arringa difensiva proprio sulla totale somiglianza tra i due parenti. Impossibile distinguere chi poteva effettivamente essere quel giorno sull’autobus. Il triste fenomeno delle scritte a bordo dei mezzi pubblici era esploso proprio durante quella estate e durato fino a settembre con diversi autobus presi di mira. Scritte e disegni negli arredi interi e anche sul pavimento. Almeno sette erano stati gli episodi denunciati. Per il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui si rischia una pena fino ad un massimo di 6 mesi di reclusione e al pagamento di una multa che arriva fino a mille euro oltre alle spese per ripulire il danno arrecato.