
I controlli dei carabinieri
Nella nottata di sabato 12 aprile aveva minacciato di morte la moglie, distruggendo a colpi d’ascia la porta della camera da letto. Dopo l’arresto per maltrattamenti in famiglia e porto abusivo di armi, operato allora dai militari del Norm, un cinquantenne di origini macedoni e residente a Monte Roberto era stato confinato ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Nello scorso weekend, però, per lui si sono aperte le porte del carcere di Montacuto: una decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari di Ancona e operata dai carabinieri della Stazione di Moie di Maiolati Spontini. L’ordinanza, infatti, è arrivata in seguito alla violazione originaria della misura degli arresti domiciliari. Motivo per il quale il gip ha disposto l’aggravamento del provvedimento. Come visto i fatti risalgono ad un paio di settimane fa, quando i carabinieri dell’aliquota Radiomobile di Jesi avevano tratto in arresto l’uomo. Questi, in preda ad una crisi di gelosia, aveva tentato di aggredire la moglie sfondando con un’ascia la porta della camera da letto, dove lei si era rifugiata. Fortunatamente la vittima era riuscita a scappare e trovare accoglienza dai vicini, lanciando l’allarme al 112.
I militari del Norm, quindi, erano sopraggiunti in un attimo, bloccando l’aggressore che si presentava ancora in profondo stato di alterazione e continuava ad inveire pesantemente contro la coniuge. Nel corso degli accertamenti successivi era emerso tuttavia uno scenario di dissidi e gelosia nell’ambito della coppia. L’uomo, prima di rivolgersi contro la consorte, l’aveva già seguita nel tardo pomeriggio, convinto che lei dovesse incontrare un presunto amante. Credendo quindi di aver individuato il domicilio del rivale, aveva a sua volta sfondato a colpi d’ascia la porta di un’abitazione di Monte Roberto, abitata da due donne totalmente estranee ai fatti, senza tuttavia trovare nessun occupante nell’appartamento erroneamente preso di mira. A quel punto era rincasato, provando a rimettere alle strette la moglie e chiedendole di confessare la presunta relazione. Lei si era barricata in camera. E lui, per ‘stanarla’, aveva nuovamente usato l’ascia, colpendo e scardinando l’infisso e infine inseguendo la compagna, che era riuscita a fuggire e ripararsi a casa dei vicini. L’arma era stata sequestrata, lui arrestato ai domiciliari e la donna, precauzionalmente, aveva lasciato casa trovando altrove ospitalità.
Durante le festività pasquali – come spiegato – il cinquantenne è stato condotto in carcere. Sempre in Vallesina, ma stavolta a Jesi, i carabinieri di Jesi hanno eseguito una sentenza di condanna a carico di un 44enne di origini siciliane, residente in città: dovrà scontare, per maltrattamenti in famiglia, due anni e sei mesi di carcere.