
Ieri un enologo e un agronomo hanno fatto una ricognizione sul campo, autorizzata dal curatore in ottica futura.
Le sorti del futuro della Moncaro sono ancora appesa all’esito del ricorso discusso la settimana scorsa in Corte di Appello per la cooperativa vitivinicola più grande delle Marche e tutto l’indotto che vi ruotava attorno. Un ricorso presentato dal commissario Giampaolo Cocconi, nominato dal ministero delle Imprese, contro la liquidazione giudiziale (il fallimento) disposta ad ottobre scorso dal giudice civile per Terre Cortesi-Moncaro, società cooperativa agricola di Montecarotto, gravata da quasi 38 milioni di euro di debiti.
Nell’attesa l’attenzione è focalizzata sulla cura dei vigneti. C’è la volontà di non farli rovinare e preservarli per la vendemmia di settembre nel caso si proceda a venderli per liquidarli ad altre aziende e recuperare una parte dei debiti accumulati che rischiano di creare un default agricolo, il primo per le Marche di questo tipo.
Ieri mattina i tecnici Moncaro sono andati a fare un sopralluogo nei vigneti dati in affitto a Moderna e di proprietà Moncaro, Erano presenti sia un enologo che un agronomo. E’ stata fatta una ricognizione sul campo, autorizzata dal curatore, finalizzata alla potatura dei vigneti che ricade in questo periodo. Un intervento che non può essere rimandato, pena la perdita del vigneto stesso che va curato e preparato per l’uva della prossima vendemmia.
La ricognizione è stata vista come una nota positiva perché sottolinea la volontà delle parti non perdere la piantagione che da anni assicura il vino marchigiano. Chi si occuperà però dell’intervento in vigna? Gli ex dipendenti Moderna rimasti senza lavoro o sara dato a terzisti?