REDAZIONE ANCONA

"Noi, ogni giorno in trincea. Ma nessuno ci tutela"

La testimonianza di un poliziotto in servizio a Montacuto: "E’ pericoloso"

Doveva essere trasferito dal carcere di Ancona a quello di Ascoli il detenuto, di origine tunisina, che martedì ha aggredito un agente della penitenziaria nella casa circondariale di Montacuto, picchiandolo e buttandogli addosso un liquido inizialmente scambiato per acido. Un trasferimento deciso per motivi di sicurezza perché il magrebino un mese fa ha spaccato il cranio ad un compagno di cella colpendolo in testa con il fornelletto a gas che aveva in uso nella stanza. Per quell’episodio è stato denunciato e c’è un fascicolo aperto per tentato omicidio. Il ferito è stato operato all’ospedale di Torrette riportando una prognosi di 60 giorni. E’ un suo connazionale. Tra i due era nato un battibecco per futili motivi. Finito il decorso ospedaliero il connazionale deve tornare in carcere e per questo non possono più stare entrambi nella stessa struttura. Il poliziotto aggredito dal tunisino invece ha riportato dieci giorni di prognosi e un trauma contusivo ad un piede. Martedì sera è stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Torrette e ora rimarrà a casa per malattia.

Dall’ambiente della polizia penitenziaria di Montacuto c’è molta preoccupazione per le tre aggressioni avvenute a pochi giorni di distanza. In carcere ci sono in servizio agenti giovani, quello di martedì ha 30 anni e dieci di servizio, e sembra che i detenuti facciano i prepotenti proprio nei loro confronti per imporsi. "Nessuno poi ci tutela – confessa al Carlino un poliziotto che chiede l’anonimato – I detenuti sanno che possono fare quello che vogliono perché poi sono super tutelati dalla Procura, dall’autorità giudiziaria in generale, dal garante. Se proviamo a difenderci finisce che ci andiamo di mezzo noi. Ma a noi chi ci tutela? Un modo è sicuramente quello di aumentare l’organico. Vanno rinforzati i presidi di sicurezza, il personale oggi conta solo 109 unità su una pianta che ne prevede 176. Se ci fossero più agenti si lavorerebbe più tranquillamente e il numero dei poliziotti farebbe da deterrente. Prima di aggredirci ci penserebbero cento volte. Invece ci siamo trovati a lavorare anche con un agente per cento detenuti. Questo succede nei periodi di ferie e di malattie".

Per la grave carenza di personale di polizia che il carcere ha registrato a dicembre ha chiesto la sospensione delle assegnazioni e lo sfollamento. "Non hanno mandato nuovi detenuti - continua l’agente - e ne verranno trasferiti a breve una ventina. Il numero dei reclusi è arrivato a 346 contro i 256 previsti per la capienza massima". Stando al poliziotto le aggressioni sono cicliche e l’accorpamento del provveditorato Marche-Emilia Romagna ha peggiorato la situazione perché sta facendo arrivare detenuti da Piacenza ad Ascoli. Quando ci sono detenuti in entrata questi sono quasi sempre pericolosi e trasferiti dall’Emilia. Poi ci sono i neo maggiorenni che arrivano dalle carceri minorili e che per affermarsi subito sono più aggressivi.

ma.ver.