"Oggi è il mio ultimo giorno di pesca del mosciolo della stagione". Parole amare di Massimo Manganelli, pescatore storico della Cooperativa pescatori di Portonovo che ha deciso, per questa estate, di smettere la raccolta del mitilo nostrano. Già sabato scorso aveva smesso Massimiliano Stecconi. Gli unici due pescatori della baia si sono fermati. Va ricordato che sino a due anni fa la pesca si chiudeva il 30 ottobre. "Le cause sono chiare e gli esperti le hanno confermate – afferma Manganelli – Il caldo eccessivo e le mucillagini hanno portato alla sofferenza del mosciolo. Non è assolutamente la pesca perché in questi mesi ho notato che dove abbiamo eseguito la raccolta i moscioli resistono ancora mentre dove non l’abbiamo fatta sono scomparsi. Il seme in profondità, dove l’acqua è più fredda e dove li avevamo sfoltiti, resiste ancora. Purtroppo la piccola pesca interessa poco, a parte il sindaco Silvetti che ringrazio per quello che sta facendo".
Sindaco che ha istituito in primavera un tavolo tecnico in Comune, per la crisi del mosciolo e che si è riunito nuovamente ieri per discutere del problema con Univpm, Cnr, Istituto Zooprofilattico, Arpam, Amap, Slow Food, Capitaneria di Porto, Regione Marche, Cooperativa Pescatori di Portonovo, Copemo, Guardia di Finanza. Sull’esito dell’incontro, cui ha partecipato anche il sindaco, abbiamo ascoltato il prof Carlo Cerrano che sta seguendo la ricerca per la Politecnica. "I moscioli sino ad agosto erano in buone condizioni. Il problema è arrivato con il gran caldo che ha portato alla moria. I piccoli, inoltre, trasportati dalla corrente vanno sul fondo e se il substrato è idoneo attecchiscono altrimenti muoiono. Di solito tutti gli scogli della costa sono ricoperti da giovani mitili ma da tempo si nota che il seme non cresce".
A questo proposito la ricerca ha notato che i trapianti eseguiti su fibra di cocco hanno avuto una moria inferiore rispetto al resto per cui sarebbe opportuno "ricreare sugli scogli quella complessità che può facilitare la sopravvivenza dei piccoli aumentando le strutture artificiali. L’area in concessione della Cooperativa pescatori con le gabbie in mare aperto e profondo ha infatti rappresentato una tasca di sopravvivenza".
La moria ha interessato tutto l’Adriatico e il Tirreno compresi gli allevamenti che hanno perso il 30-50% del prodotto. La ricerca dell’Università e degli altri istituti scientifici prosegue per scoprire cosa sta indebolendo il mosciolo e trovare le soluzioni pratiche. Sino ad oggi svolta a titolo gratuito: "Ma ha bisogno di risorse per questo il Comune si interfaccerà con la Regione". Resta fondamentale la collaborazione dei cittadini perché a Portonovo sono scomparsi i mitili nelle aree di studio interdette alla pesca. Non si parla ancora di fermo temporale ne è prevedibile come sarà la prossima stagione ma Roberto Rubegni, fiduciario della Condotta Slow Food, ha tenuto a ribadire: "Stiamo seguendo con molta attenzione quanto indicato dagli studiosi, per noi il presidio è costituito dal prodotto e dai pescatori della Cooperativa per cui è fondamentale rifarsi alla Regione per studiare anche eventuali forme di sostegno economico per i pescatori".
Claudio Desideri