Invece che chiamare l’autobotte per lo smaltimento, gettavano idrocarburi e oli esausti della loro officina nel fiume tramite degli scarichi nascosti tra la vegetazione. Ma i carabinieri forestali li hanno scoperti, denunciati e rischiano l’arresto e una sanzione per 52mila euro euro. Gli stessi forestali hanno pure scoperto un prelievo abusivo di acque da parte di una centrale idroelettrica sempre sul fiume Sentino. Con l’emergenza idrica, i carabinieri forestali del gruppo di Ancona hanno intensificato le attività di controllo e contrasto agli inquinamenti e al depauperamento degli ecosistemi fluviali. Eseguiti 27 controlli e contestati 6 illeciti amministrativi più una denuncia a carico di due imprenditori accusati di aver scaricato idrocarburi e olii nel Sentino. Quest’ultimo sversamento è stato scoperto dai forestali di Sassoferrato, in collaborazione con l’Arpam. Tramite l’uso di traccianti, ispezioni fognarie e analisi chimiche hanno constatato che l’officina sversava idrocarburi e oli esausti nel fiume attraverso una conduttura sotterranea. Lo scarico è stato bloccato.
Sassoferrato è dotata di un nuovo depuratore e le acque sono di altissima qualità, ma nel tratto incriminato le sponde presentavano chiari segni di inquinamento con presenza di olio e idrocarburi. I due non avrebbero mai chiesto l’autorizzazione allo scarico, né realizzato un collettore e nemmeno chiamato l’autobotte per lo smaltimento rifiuti speciali. Ma non è tutto perchè sempre a Sassoferrato, i forestali in collaborazione con il Nipaaf di Macerata e il Nucleo Ccf di Camerino, hanno scoperto un prelievo abusivo di acque da parte di una centrale idroelettrica. Fatto che ha portato quasi in secca 5 chilometri di fiume, quello che alimenta le grotte di Frasassi.
Al responsabile legale della centrale è stato contestato un illecito amministrativo fino a 50mila euro poiché rilasciava solo un quinto delle acque rispetto al dovuto. Se il prelievo abusivo dovesse ripetersi alla centrale sarà revocata la concessione. Grazie alla nuova strumentazione di precisione in uso ai Forestali il prelievo abusivo è emerso prima della moria di pesci. Infine i Nuclei di Jesi, San Marcello e Sassoferrato hanno sanzionato tre laghetti di pesca sportiva (trota) abusivi perché sprovvisti di autorizzazione della Regione finalizzata alla tutela della vita dei pesci e dell’ecosistema acquatico. Le sanzioni vanno dai mille ai 3mila euro ciascuno. Il rischio è che le specie aliene introdotte nei laghetti, come il pesce siluro finiscano nei fiumi alterando l’ecosistema.
Sara Ferreri