NICCOLO’ MORICCI
Cronaca

Studente precipitato da scuola ad Ancona: “So che aveva preso un brutto voto”

La psicoterapeuta Giorgia Cannizzaro ha parlato con i compagni del 14enne subito dopo il fatto. "Mi hanno detto che aveva avuto 2 in matematica e una nota"

Studente precipitato ad Ancona: i carabinieri al Savoia e Giorgia Cannizzaro

Studente precipitato ad Ancona: i carabinieri al Savoia e Giorgia Cannizzaro

Ancona, 20 febbraio 2024 – Studente precipita dal Savoia, la psicoterapeuta Giorgia Cannizzaro, intervenuta subito dopo il fatto, dà la sua versione dell’accaduto, confutando quella ufficiale della dirigente scolastica.

Nei giorni scorsi, la preside, Maria Alessandra Bertini, sosteneva come al ragazzo, prima dell’evento di sabato mattina, "non fosse mai stato assegnato alcun due, ma solo un’annotazione didattica non disciplinare". La dirigente scolastica, stando alla versione diffusa dalla scuola, avrebbe avviato un’indagine interna. Dopo la caduta di 10 metri, i compagni di classe avevano riferito che poco prima il 14enne era stato interrogato in matematica, una prova non brillante a dispetto del suo rendimento buono.

"Smentisco categoricamente queste voci – la versione di Bertini –, in seguito a verifica interna con la prof di matematica e come riportato anche sul Registro elettronico risulta che allo studente non sia mai stato assegnato il 2. Pertanto non si può evincere alcuna connessione causa-effetto". Contattata dal Carlino ieri sera, dopo le parole di Cannizzaro, la dirigente di fatto conferma la versione originaria: "Ciò che ho detto è la verità, non c’è mai stato alcun due, sul registro non risulta". Ma aggiunge poi: "La dinamica non la conosco, io non ero in aula la momento dei fatti".

La versione che i compagni del 14enne avrebbero dato dopo il fatto alla psicologa Cannizzaro è discordante da quella di Bertini, che intanto ha convocato un Consiglio di classe straordinario. Cannizzaro, del servizio di supporto psicologico elisoccorso dell’ospedale regionale, si trovava lì per caso. "Non sono stata chiamata dall’istituto – dice –. Ero lì per motivi personali, ho incontrato un’amica insegnante con cui ho parlato del fatto, ho interloquito col padre del 14enne e ho deciso di salire in aula per offrire il mio supporto, occupandomi da anni di psicologia in emergenza e di adolescenti. Nel frattempo avevo contattato la segreteria della scuola per offrire il mio supporto, dato che ero lì. Non voglio colpevolizzare nessuno, io stessa sono una docente universitaria e mi confronto con l’insegnamento, con tempi ristretti da dedicare all’ascolto degli studenti e con sistemi valutativi a volte rigidi. Ma qui passa un messaggio distorto e la figura dell’adulto non è più di riferimento e fa acqua da ogni parte. Tutti i ragazzi hanno riferito a me e agli astanti che nella dinamica dell’evento, il 2 e la nota presi siano stati di scatenamento (che non significa la causa profonda). Che il voto non sia registrato nel sistema elettronico non significa che al 14enne non sia stato detto. Non ho elementi per dire se il 2 sia stato messo e poi tolto, ma certo è che i ragazzi hanno riferito che il loro compagno è stato prima interrogato e poi ha preso 2. Parlavano anche di una nota. Onestamente sono un po’ sconcertata dalla versione della scuola. Il problema non è la prof, ma tutto un sistema educativo che ha dei limiti. Chi fa un gesto del genere a seguito di un insuccesso o di un fallimento ha qualcosa di non elaborato in sé. E bisognerebbe lavorare sull’adeguare il sistema scolastico alle nuove fragilità e saperle accogliere per rafforzarle. Il messaggio che è stato mandato ai ragazzi è che loro non sono credibili e che per bypassare un problema occorre fare un gesto eclatante e questa cosa è molto pericolosa. Un voto basso è solo una mortificazione più che un elemento costruttivo, ma qui, a mio avviso, non si tratta più solo di capire cosa possa essere passato nella mente di un 14enne in difficoltà".

Cannizzaro non sarebbe ancora stata ascoltata dai carabinieri intervenuti sul posto. "La scuola ha abdicato al suo ruolo educativo, perseguendo solo il ruolo nozionistico – fa sapere lo psichiatra Carlo Ciccioli –. Gli adolescenti vivono cercando di stare sotto traccia, schiacciati dal peso del massimo al quale devono essere aderenti e possibilmente senza disturbare".