
Una notte di follia: "Mio marito mi picchia". E poi botte anche agli agenti
Prima chiede aiuto alla polizia perché il compagno la picchia. Poi, nega tutto e si scaglia contro gli agenti sfondando il finestrino della Volante: arrestata. È stata una notte di pura follia, quella che si è consumata a cavallo tra il 16 e il 17 giugno, nel quartiere di Posatora. Era notte fonda quando alla sala operativa del 112 è arrivata una richiesta d’aiuto: "Correte, mio marito mi sta picchiando". La telefonata si interrompe improvvisamente, ma la conversazione dura abbastanza da consentire all’operatore dell’emergenza di annotare l’indirizzo fornito dalla donna. Come da prassi, per scongiurare il peggio, sul posto, in una palazzina di Posatora, si precipitano a sirene spiegate le Volanti della questura, mentre dalla sala operativa gli uomini del 112 tentano più volte (invano) di ricontattare la signora.
Intanto, gli agenti scendono di corsa dall’auto e suonano al citofono. Ad aprire il cancello dell’appartamento, è un uomo di circa 72 anni che però faticava a capire il motivo della visita dei poliziotti. "Prego, entrate, accomodatevi", avrebbe detto il proprietario di casa, spiegando alla polizia che effettivamente sì, c’era stato un diverbio con la compagna, ma senza mai arrivare alle mani. Dietro di lui, ecco spuntare la donna, una 45enne italiana. Stando a quanto trapela, si reggeva a stento in piedi, barcollava e puzzava di alcool. La 45enne avrebbe iniziato a blaterale frasi sconnesse, parole senza senso e si stava alterando perché – diceva – "non ho mai fatto alcuna telefonata al 112".
D’un tratto, la signora è diventata una furia: si è scagliata contro il compagno con calci e botte, spingendosi fino ad afferrargli il collo. Ci hanno pensato i poliziotti a dividere quei due. Lei continuava a dimenarsi e provava a colpire il 72enne. I poliziotti l’hanno invitata più volte alla calma, ma improvvisamente se l’è presa anche con le divise. Avrebbe raggiunto un agente con dei pugni, mentre brandiva una sedia in aria per colpire gli altri. Hanno sudato sette camicie, i ragazzi della questura di Ancona, per bloccarla e caricarla sulla Pantera.
Dentro la vettura, il caos. La donna avrebbe continuato a urlare, provando a sfondare l’auto di servizio del 113. Ci è in parte riuscita, per così dire: avrebbe infatti rotto il finestrino di una delle vetture accorse sul posto dopo la sua chiamata, che continuava a negare. Solo in seguito, è emerso che la signora, italiana, aveva una sfilza di precedenti penali per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e percosse. Come se non bastasse, su di lei pendeva una misura giudiziaria emessa dal tribunale di Ancona. Dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, è stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Nel pomeriggio di ieri, il giudice ha convalidato l’arresto: ora ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nicolò Moricci