Candidato a sindaco per la settima volta: "Questa è una sfida contro me stesso"

Sandro Barcaglioni guida San Paolo di Jesi (900 abitanti) da 34 anni ma ha fatto anche il vicesindaco

Sandro Barcaglioni

Sandro Barcaglioni

Ancona, 18 febbraio 22024 – Tenterà il settimo mandato a giugno Sandro Barcaglioni, eletto per la prima volta sindaco del piccolo Comune di San Paolo di Jesi (appena 900 anime) quasi 34 anni fa (era il 29 maggio del 1990, ma già cinque anni prima è stato nominato assessore). Dal 1990 al 2004 è stato ininterrottamente primo cittadino poi dal 2004 al 2009 vicesindaco. Nel 2009 è stato di nuovo eletto sindaco e ha mantenuto la fascia tricolore fino ad oggi. E’ la nona volta in assoluto che Barcaglioni, nella vita dipendente della Provincia e dal 2011 cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, si presenta alle urne.

Barcaglioni, perchè ha deciso di approfittare della novità dei mandati illimitati?

"Mi ero rassegnato a non rifarlo, poi il decreto ha scombussolato le carte, mi ero organizzato con il vicesindaco che avrebbe tentato di portare avanti l’amministrazione, non c‘è stato bisogno nemmeno di parlare. Sanno quanto ci tengo e quante cose ci sono in cantiere. Ai miei concittadini sembrava strano non potessi più ricandidarmi. Ho sempre fatto quello che poteva servire alle persone nelle opere pubbliche e nel sociale".

Cosa la spinge?

"Fare il sindaco è la cosa più bella del mondo. In un paese così piccolo da amministratore pensi una cosa e la vedi realizzata passo-passo. Ho fatto io il primo Prg con tutte le audizioni e l’ho visto realizzato nel piano urbanistico che avevo contribuito a realizzare. Il 2 aprile, dopo 43 anni, va in pensione la ragioniera del Comune, l’ultima dipendente che c’era quando ho iniziato. Questa è una sfida contro me stesso, una continua ricerca di cose da fare. Abbiamo preso fondi importanti dal Pnrr. Mi muove una passione forte: la mattina presto giro il paese e mando messaggi Whatsapp all’unico operaio che ho per le piccole manutenzioni. Sono stato querelato, condannato, assolto, ma ad oggi la mia fedina penale è pulita".

Non c‘è, secondo lei, il rischio di un eccessivo potere nelle mani di una sola persona?

"Io ho esercitato sempre e solo il potere del buonsenso. Il sindaco in paesi come questo è tutto, i cittadini lo cercano per ogni necessità. Io vivo con la gente. Rispondo e informo quotidianamente i cittadini anche a notte fonda su Whatsapp. Se abusi della carica in ogni caso le persone lo vedono subito e non ti rieleggono. I limiti del mandato non vanno bene nemmeno nei Comuni più grandi, a parte le città metropolitane".

Ricorda il suo primo incarico da amministratore?

"Sì, da assessore nel 1985 a 26 anni e già da dieci anni, ero segretario della Dc. Seguivo i consigli comunali e conoscevo poco dell’amministrazione. Ora dopo tanti anni, potrei scrivere un libro se avessi tempo. Ma per ora continuo a dedicarmi al paese e alla mia colonia di gatti, animali eccezionali".

Ha difficoltà a trovare successori?

"Sì, stiamo cercando giovani, ma non è semplice, ognuno ha tanti impegni".