Berlusconi su TikTok, perché i politici ora puntano alla Generazione Z

Tra i più giovani prevale l'astensionismo. Ma gli esperti avvertono: "È un social divertente, il coinvolgimento è più empatico che sui contenuti"

Frame dai primi video su TikTok di Berlusconi e Renzi

Frame dai primi video su TikTok di Berlusconi e Renzi

“Ciao ragazzi! Eccomi qua”. Parte così il primo video pubblicato oggi da Silvio Berlusconi su TikTok, la piattaforma cinese conosciuta in tutto il mondo per i balletti e video divertenti condivisi dagli utenti. Ma a 25 giorni dalle elezioni il social si trasforma e diventa il campo in cui i leader politici scendono per attirare la giovane platea. E così il Cavaliere non è stato l’unico a esporsi: anche Il Partito Democratico è sbarcato su TikTok, dove il debutto è stato affidato ad Alessandro Zan. Non manca all’appello Matteo Renzi che ripercorre in un minuto il suo passato da boy-scout e da arbitro calcistico.

È evidente che la scelta di approdare su TikTok non sia casuale, ma risponde alla volontà dei leader politici di attirare i giovani astensionisti o poco propensi al mondo politico. Infatti, la piattaforma è la roccaforte della Generazione Z, che comprende i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012, alcuni dei quali andranno a votare il 25 settembre per la prima volta. Solo in Italia al momento gli utenti sono circa 15 milioni, di cui Il 60% ha meno di 30 anni. La platea è composta per lo più da giovani che si interessano di ambiente, di diritti umani e politica, ma attraverso una modalità diversa rispetto al passato, in cui il formato video è sempre la scelta migliore, perché rapido e d’effetto. Anche la comunicazione da loro utilizzata nei contenuti, rispecchia la loro giovane età: fresca, fatta di sketch brevi, informale, che viene affiancata da contenuti visivi della durata massima di tre minuti, che siano preferibilmente sorprendenti o sensazionalistici. Lo conferma Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, esperto di comunicazione politica: "Tiktok ha un linguaggio proprio, fatto di velocità, ritmo, ironia e musica. È un social divertente, orientato non all'opinione ma al sensazionalismo". Preiti spiega questo aspetto con un esempio: "Due sostenitrici di Trump postarono un video con una Trump dance, in cui ballavano e invitavano a votare Trump; divenne virale nel giro di pochi minuti. E virale fu il video in cui si vedeva Biden scivolare".

Per parlare ai giovani, i leader politici devono quindi reinventare la propria comunicazione, senza perdere credibilità, mostrandosi veloci e stimolanti. Ma non a 25 giorni dalle elezioni. Questo non servirà a raccogliere i voti dei giovani astensionisti. Sarebbe stata certamente più incisiva una pubblicazione sistematica di contenuti multimediali, che non fosse ridotta agli ultimi giorni prima del voto. A confermarlo i dati che rivelano che tra i giovani il primo partito sarà quello dell'astensione, che conquisterà almeno il 40%. "Instagram e TikTok possono portare qualcosina in più, ma non si va oltre questo”, spiega il sondaggista Fabrizio Masia che aggiunge: "Chiaro che i partiti li usino per portarli al voto, ma il coinvolgimento è più empatico che sui contenuti". La campagna online dei leader, quindi, serve più che a conquistare voti nuovi, a stimolare la curiosità delle nuove generazioni e a rafforzare le posizioni di chi ha già deciso quale partito votare.