Biogas e biometano: dalla transizione ecologica la soluzione (anche) al caro bollette

Oggi rappresentano meno del 5% dei consumi di combustibili gassosi europei, ma le prospettive di crescita sono ampie

Mentre la Commissione europea sta lottando per ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi del gas sulle bollette energetiche dei cittadini e delle imprese, una soluzione potrebbe essere a portata di mano, ovvero quella di aumentare la produzione di biogas e biometano. Classificati come gas rinnovabili, biogas e biometano hanno coperto nel 2020 poco meno del 5% dei consumi di combustibili gassosi europei e hanno ampie prospettive di crescita, sospinte dalla transizione ecologica.

Il biogas

Il biogas è prodotto dalla decomposizione di materiali organici – quali scarti agro-forestali, colture dedicate, liquami zootecnici, scarti della lavorazione agroindustriale, rifiuti organici urbani – che vengono posti in un digestore in assenza di ossigeno. Con l’aiuto di batteri, detti metanigeni, la materia organica si decompone, rilasciando una miscela di gas. Tale processo consente di utilizzare il metano che altrimenti verrebbe rilasciato in atmosfera con un risparmio evidente in termini di emissioni. La percentuale di metano presente nel biogas varia da un minimo del 50% fino ad un massimo dell’80% a seconda del tipo di biomassa utilizzata e delle condizioni di processo. Il biogas può essere utilizzato per molte applicazioni, a partire dalla produzione di energia elettrica e calore, sia a livello industriale che domestico, ma di solito si utilizza in loco.

Il biometano

Il biometano è invece il risultato della raffinazione e purificazione del biogas, un upgrading che avviene tramite rimozione di acqua, Co2, contaminanti come silossani, anidride solforosa e ammoniaca, al fine di renderlo impiegabile nella rete e dalle utenze del gas naturale senza la necessità di apportare modifiche agli impianti. Il biometano può essere facilmente immagazzinato e prodotto ad un ritmo costante, aiutando a bilanciare la fornitura di energia rinnovabile, ma viene prevalentemente utilizzato per autotrazione. Nella sua forma liquefatta – il cosiddetto bioGnl – può essere utilizzato come biocarburante anche per i mezzi pesanti e navali.

I prezzi

Oggi, il biometano può costare quasi la metà rispetto all’attuale prezzo del gas naturale. Per l’Associazione Europea Biogas (Eba), il biometano può essere venduto a partire da 55 euro a megawattora, mentre il gas naturale costa circa 100 euro a megawattora. Senza considerare il prezzo della CO2, che ammonterebbe a 18 euro a megawattora aggiuntivi, visto che il prezzo del carbonio ha raggiunto i 90 euro per tonnellata emessa e chi emette combustibili fossili nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, come centrali elettriche, stabilimenti industriali o il settore dei trasporti, è tenuto a pagare per ogni tonnellata di CO2 che rilascia nell’atmosfera.

Il trend

Nell’ambito europeo possiamo evidenziare un trend in forte crescita. Tra il 2009 e la fine del 2019 il numero di impianti di biogas è triplicato passando da 6.300 a quasi 19.000, distribuiti principalmente fra Germania, Italia, Francia, Regno Unito (dati Eba). Tuttavia, se nei primi anni la crescita è stata a doppia cifra, una situazione di sostanziale stabilità ha caratterizzato il periodo successivo: negli ultimi 4 anni l’output di biogas è stato pressappoco costante, attorno ai 15 miliardi di metri cubi. Poco più di due terzi della materia prima utilizzata per produrre biogas deriva dall’agricoltura, mentre la restante parte proviene da liquami e rifiuti organici. Quanto alla destinazione finale, il 57% del biogas è utilizzato per la produzione di energia elettrica, il 12% per la produzione di calore, il 29% per gli usi diretti (agricoltura, industria e residenziale) e il 2% per i trasporti dopo l’upgrading in biometano.

L'Italia

L’Italia oggi può contare su circa 2.000 impianti (rispetto ai 150 del 2007) e una produzione di circa 2,5 miliardi di metri cubi, il che rende il nostro Paese secondo produttore di biogas in Europa e quarto al mondo. A livello regionale, gli impianti si concentrano nel territorio della Pianura Padana, con una quota consistente anche in Puglia e Veneto, interessando complessivamente quasi 1.300 Comuni. Viene prodotto per il 65% da scarti agricoli, il restante da effluenti zootecnici (20%), frazione organica dei rifiuti solidi urbani (2%) e fanghi di depurazione derivanti dal processo di trattamento delle acque reflue (3%).

L'Europa

Mediamente il 10% di biogas prodotto in Europa viene convertito in biometano e immesso in rete. Nel 2020, la produzione di biometano è stata pari a 32 terawattora, in aumento del 25% rispetto al 2019 e di oltre 5 volte quella del 2011. Il comparto ha registrato una spinta propulsiva soprattutto a partire dal 2016, in concomitanza con la crescente maturità delle tecnologie e dell’industria del biogas e con l’implementazione di politiche pubbliche a supporto, tanto a livello comunitario che nazionale. La rapida crescita del biometano in tutta Europa potrebbe fornire almeno 34 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro il 2030, se sostenuta da un quadro legislativo favorevole. Ciò rappresenta circa il 10% della domanda totale di gas dell’Ue entro il 2030. In più, l'Eba stima che in Ucraina potrebbero essere prodotti 6 miliardi di metri cubi di biometano al 2030 e chiede all'Ue di sostenere questa produzione, che ci darebbe ulteriori forniture di gas rinnovabile, sostenendo al contempo la crescita economica in quel Paese. Il biometano può essere trasportato attraverso le reti del gas esistenti, riducendo i costi aggiuntivi di implementazione delle infrastrutture. Sempre secondo l’Eba, se questo trend di crescita continua, entro il 2050 l’industria del biometano potrebbe coprire il 30-40% della domanda di gas dell’Ue.