Code agli Hub, oltre 200 all'apertura: rinunciano a Pfizer per Astra. E ora i trentenni

Aspetta sei ore per una dose. Da giovedì prima finestra per i giovani. Il ritmo resta vicino al record. Un'altra giornata da oltre tremila.

Folla davanti al Palaffari

Folla davanti al Palaffari

Arezzo, 27 maggio 2021 - Si è seduta fuori del Centro Affari alle 14.30, un po’ dopo ma non troppo il mezzogiorno di fuoco. Per sei ore ha visto sfrecciare le auto sul raccordo, svuotarsi e riempirsi il parcheggio del polo espositivo, ha quasi esaurito la carica del cellulare. Ma ha vinto la sua battaglia. Sei ore per una dose di AstraZeneca, forse la serenata più struggente di sempre al vaccino di Oxford, il più denigrato della piazza. E che nella prima delle sei notti di open day si è tolto anche un’altra soddisfazione: soppiantare nel cuore, e soprattutto nella vena, dei vaccinandi, Pfizer.

«Ero prenotata per il 31 luglio: mi sono messa in coda alle 18.30 per anticiparlo». Daniela Martinez non ha dubbi sulla sua scelta: quel Pfizer in mezzo alle ferie lo ha archiviato con un sorriso, proprio in favore di AstraZeneca. E come lei tanti altri. La prima parte della fila si snoda davanti al padiglione di sinistra: sono tutti arrivati tra le 18 e le 18.30.

I primissimi, compresa la nostra amica delle 14.30, hanno finito un po’ prima. Perché erano avanzate undici dosi della giornata e si sono aggiunte alle 300 della sera. Al momento di andare in macchina non sappiamo se siano bastate. Perché la gente è in coda sotto il portico fino quasi al piazzale principale. E gli ultimi contano febbrili chi hanno davanti, per capire se ce la faranno oppure no.

I più sono quarantenni, che per anticipare agosto tentano la sorte. E chi non ce la dovesse fare è pronto a ritentare domani, al primo incrocio tra la vaccinazione e la movida: in contemporanea, la dose delle 20 e l’aperitivo, vinca il migliore. Derby riservato a Bibbiena e Sansepolcro. Non qui e non al Tenda, figlio di un Hub minore, visto che le dosi in palio sono solo cento.

«Che dice ce la facciamo?»: una ragazza interroga l’infermiera all’interno dei padiglioni, lei esce,tenta una rapida conta e sentenzia. «Siamo sul filo dei trecento». Tra i medici volontari c’è anche Monica Bettoni, ex parlamentare, ormai diventata uno dei simboli di questa campagna di massa. Che procede a gonfie vele, almeno nei numeri. Anche alla conta di ieri sera il totale supera le tremila dosi, anche se solo di una decina. Il direttore della Asl mantiene la promessa di mantenere la velocità di crociera e le macchine avanti tutta.

Anche se qua e là non mancano gli aggiustamenti. L’incrocio delle agende, già affollate prima e poi alimentate con l’open day ed altri arrivi, costringe una parte dei prenotati a slittare. I tradizionali sms, che per fortuna la fascia dei 40 vede e controlla, ti avvertono che devi ripassare. E c’è chi mastica amaro, non capendo perché debba andare dietro ai non prenotati.

Ma forse la differenza la fa il vaccino, i nuovi innamorati di AstraZeneca sono sempre meno dei vecchi innamorati di Pfizer. In un quadro che promette per i prossimi giorni di ringiovanire dell’altro la platea. Da giovedì la Regione e quindi la Asl apriranno le prenotazioni ai trentenni. Lo stile è il solito. I primi tra gli over 30, che potranno prenotare la somministrazione sul portale online regionale, saranno i nati nel 1982 e nel 1983 (quelli più vicini alla sogli dei 40). E anche stavolta saranno chiamate due classi di età per volta.

Ogni giorno un biennio anagrafico, fino ad arrivare ai limiti dei ventenni. Prenotazioni lunghe, è chiaro, è improbabile che i primi vengano posizionati prima di Ferragosto. Ma la linea dell’open day sarà ripresa. Intanto per due settimane, poi vedremo. E si unirà nelle prossime ore il last minute, la prenotazione 24 ore prima delle slot vuote.

Sono vaccinazioni attraversate dalle ferie ma è anche vero che con la prima dose già puoi viaggiare, essere invitato ai matrimoni, andare a ballare perfino non appena riapriranno le discoteche. Chi va sulle spiagge del grossetano potrà fare il richiamo al mare.

E chissà non si inventino accordi di reciprocità, dischiudendo la seconda dose sui monti o sui laghi. Certo, chi ieri ha atteso sei ore, è in calendario a metà agosto. Può aspettare ancora un po’ per rimettersi in coda.