Sindrome della capanna Covid: cos'è, sintomi, come si affronta

Causata dal malessere diffuso post coronavirus, ecco chi ne soffre e come si supera

Sindrome della capanna e depressione

Sindrome della capanna e depressione

Firenze, 6 luglio 2022 - Sono oltre 1 milione le persone che vivono in tutta Italia con la sindrome della capanna causata dalla situazione di malessere diffuso portata dal Covid. La manifestazione di una sindrome da long covid non avviene dunque, esclusivamente in termini di sintomatologia più 'classica' come fatica persistente, stanchezza eccessiva, debolezza muscolare, dolori diffusi e peggioramento dello stato di salute percepito, tosse persistente, tachicardia e palpitazioni al minimo sforzo, aritmie e variazione della pressione arteriosa. Tutt'altro la sindrome della capanna post Covid si può manifestare anche nel disagio di natura psichica causato da una condizione di lungo isolamento e clausura.

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Cos'è la sindrome della capanna

Sono molti i fattori che possono provocare la sindrome della Capanna; tra questi figurano ansia, stress, frustrazione che si manifestano quando si deve ritornare a uno stato di 'normalità'. La sindrome porta a una sostanziale difficoltà di lasciare la casa/rifugio che è stata per mesi il fortino contro la malattia. Si tratta di un effetto collaterale dello stato di lockdown vissuto in questi ultimi anni. Chi soffre della sindrome della capanna trova difficile ricominciare ad affrontare la vita così come faceva nella condizione pre pandemica. 

Come si manifesta

La sindrome della capanna si manifesta con situazioni di ansia e depressione, in tante circostanze con disturbi del sonno, una spiccata tendenza all'irascibilità, una spossatezza diffusa venuta fuori da una situazione di vero e proprio disturbo da stress post traumatico. Una delle caratteristiche che la contraddistingue è il timore del contagio e di contagiare gli altri che coincide con la condizione di solitudine. La distanza lavorativa dovuto alla condizione di smart working porta simultaneamente alla condizione di allontanamento dalla realtà sociale. Costante è il riferimento allo stato di agitazione e allarme vissuto, come il timore di non ritrovare il mondo che si era lasciato nel periodo precedente alla pandemia.

Le persone più esposte

Secondo gli esperti le persone più esposte a questa condizine di stress psico-fisico sono coloro che hanno una scarsa capacità di adattamento ai cambiamenti, inclini a situazioni di ansia e ipocondria, persone con precedenti situazioni di fobia. Anche l'incertezza professionale unita al pensiero degli effetti negativi causati dal covid sull'economia possono essere uleriori fattori scatenanti della condizione. 

Come si affronta

I consigli degli esperti spingono verso una soluzione di reinserimento graduale verso una più normale condizione di vita affrontando ogni momento a piccoli passi. Ponendosi obiettivi realistici da realizzare, magari affrontando gradualmente le situazioni che altresì possono generare ansia e stress. Un buon metodo per riprendere il percorso di reinserimento è quello di fare cose pratiche e tangibili come leggere, parlare, cucinare, coltivare hobby. Un allontanamento da fonti come quelle informative, come ad esempio bolletini o andamento della pandemia, che possono innescare situazioni di ansia. Fare qualcosa che ci spinga fuori a fare commissioni che possono creare gratificazione ma prima di tutto è necessario contattare uno specialista che sia in grado di seguire tutto l'iter di cura e inserimento.