GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Dall’amore all’incubo. A processo per stalking

Un 49enne era già stato condannato ma per un difetto nelle motivazioni della sentenza dovrà tornare in aula. La denuncia dopo le intimidazioni.

Denuncia dai carabinieri (Foto d’archivio)

Denuncia dai carabinieri (Foto d’archivio)

Dovrà essere processato di nuovo il 49enne ascolano che la Corte d’Appello di Roma aveva condannato a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per aver perseguitato una ragazza romana di 35 anni. La magistratura della capitale lo accusava di stalking. Nei suoi confronti era stata disposta anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni. Così ha deciso la Corte di Cassazione a seguito del ricorso presentato dal suo legale, avvocato Umberto Gramenzi che aveva eccepito un difetto di motivazioni nella sentenza del processo d’appello. Per cui servirà un altro processo per definire la vicenda. L’ascolano era stato processato con rito abbreviato condizionato ad una perizia che ha stabilito che al momento del fatto era parzialmente incapace di intendere e di volere. E’ stata la giovane a denunciarlo, non potendone più del clima di minacce, intimidazioni, offese che il 49enne ha messo in atto nei confronti di lei e della sua famiglia. Parliamo di fatti avvenuti fra febbraio e marzo 2021 quando lei ha manifestato a lui l’intenzione di interrompere la relazione. Tre mesi durante i quali il 45enne si è lasciato andare ad un comportamento petulante e grave, poiché non accettava la separazione. Ha iniziato ad inviarle attraverso WhatsApp e Messenger messaggi nei quali minacciava l’incolumità di lei e dei suoi congiunti, ricordandole che lui conosceva bene il suo indirizzo e le sue abitudini. La ragazza ha anche tentato una riconciliazione, ma lui ha insistito ad inviarle sms minacciosi, anche alla madre di lei, ed ha minacciato di divulgare video a contenuto intimo di lei. "Ti devo atterrare. Una piccola donna che vuole fottere uno che fotte persone più grandi, come ti viene in mente, mo’ te ne accorgi. Ci vediamo presto per una festa. Te la farò pagare, anche dai domiciliari. Sei morta".

p. erc.