OTTAVIA FIRMANI
Cronaca

Educazione affettiva a scuola: "Fari sulla disparità di genere, così la affrontiamo in classe"

Il racconto di una maestra che ha chiesto ai suoi alunni di ragionare sulle parole ‘femminuccia’ e ‘maschiaccio’: "I recenti fatti di cronaca sono entrati inevitabilmente in aula"

Educazione affettiva alla scuola primaria. Si ragiona sugli stereotipi, partendo dalle parole 'femminuccia' e 'maschiaccio'

Educazione affettiva alla scuola primaria. Si ragiona sugli stereotipi, partendo dalle parole 'femminuccia' e 'maschiaccio'

Ascoli, 12 dicembre 2023 – “Papà mi dice femminuccia perché ho paura dei ragni, anch’io uso queste parole con i miei amici, per offenderli". I bambini vivono negli stereotipi, respirano le disparità ed imparano ciò che la famiglia e la società presenta loro. "Le donne quando litigano usano le parole per fare la pace; gli uomini invece alzano le mani", "mi offendono chiamandomi ‘fighetta’ perché sono sensibile", "i miei zii alcune volte mi dicevano femminuccia, mi dispiaceva".

Queste frasi rappresentano i commenti di alcuni bambini della scuola primaria Malaspina, dell’Isc Ascoli Centro, a cui è stato chiesto di ragionare sulle parole ‘femminuccia’ e ‘maschiaccio’. Già alle elementari il modo di percepire questi termini e apprendere come reagire di fronte al dolore e alla rabbia è chiaro. La cronaca, locale e non, racconta giornalmente storie di soprusi e violenze, e questo non può passare inosservato agli occhi attenti dei minori, che infatti, se interpellati, presentano un lato della medaglia ricco di disuguaglianza e discriminazioni. La maestra Teresa Cagnetti ha svolto con gli scolari svariate lezioni sulla disparità di genere.

Maestra, i bambini si rendono conto della violenza di genere?

"Lavoro nella scuola primaria con alunni di età compresa tra i 6 e i 10 anni, i recenti fatti di cronaca sono inevitabilmente entrati anche nelle nostre aule, generano dubbi e reazioni".

Le famiglie come reagiscono?

"Abbiamo riscontrato innanzitutto una forte diversità da parte dei genitori nel porre i loro figli a contatto con queste tragiche notizie: alcune famiglie evitano appositamente l’esposizione dei bambini ai fatti, magari cambiando canale durante il telegiornale o glissando le domande. Altre invece parlano e affrontano con loro queste tematiche".

La scuola come interviene in tutto ciò?

"Come istituzione abbiamo puntato l’attenzione soprattutto sul valore delle parole. E’ importante focalizzarsi sulle relazioni, sulla comunicazione e su quanto il rispetto dell’altro si misuri anche nell’uso appropriato di alcuni termini collegati alle differenze di genere. Soprattutto se usati con scopi offensivi. Appellativi come ‘femminuccia’ o ‘maschiaccio’ ancora sono frequenti e vengono ripetuti con tanta superficialità. Purtroppo il bagaglio culturale attuale è incastrato in antichi, ma ancora molto viventi, stereotipi".