Dall’Inghilterra ad Ascoli per abbracciare chi salvò il loro parente soldato

La visita della famiglia inglese ai Tassi e Antonucci: "Ricordiamo quei giorni"

A condurre i parenti di Hutton Fox tra i boschi del monte di Rosara, sono stati i fratelli Emidio e Lianna Tassi, oggi arzilli 90enni; erano infatti tra i bambini che rifornivano di cibo e acqua il giovane soldato

A condurre i parenti di Hutton Fox tra i boschi del monte di Rosara, sono stati i fratelli Emidio e Lianna Tassi, oggi arzilli 90enni; erano infatti tra i bambini che rifornivano di cibo e acqua il giovane soldato

Ascoli, 25 aprile 2024 – In occasione della ricorrenza del 25 aprile, della Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, vogliamo ricordare una storia che proprio in questi giorni ha vissuto una pagina veramente da libro cuore. Tra l’autunno del 1943 e l’estate del 1944 tre famiglie ascolane nascosero, a rischio della propria vita, un giovane soldato inglese fuggito dal campo di prigionia di Sforzacosta (Macerata) e arrivato, dopo giorni di cammino, al monte di Rosara.

Si chiamava Dennis Hutton Fox, apparteneva al Reggimento delle Coldstream Guards ed era stato fatto prigioniero dalle truppe italo-tedesche in Libia. Domenica 21 aprile scorso, a distanza di 80 anni, le due figlie, i nipoti e una pronipote di Dennis sono tornati ad Ascoli per incontrare i discendenti di quelle famiglie e visitare i luoghi in cui fu nascosto: il Monastero di San Giorgio e il monte di Rosara.

Una storia di coraggio e di amicizia, come quella che legò il giovane soldato britannico, in particolare, a Mattia Antonucci, uno dei tre padri di famiglia che, prendendosi un rischio enorme, decise di nasconderlo e proteggerlo: c’erano anche i suoi nipoti e i pronipoti ad accogliere gli ospiti.

A condurre i parenti di Hutton Fox tra i boschi del monte di Rosara, infatti sono state due guide d’eccezione: i fratelli Emidio e Lianna Tassi, oggi arzilli 90enni; erano infatti tra i bambini che, sfuggendo alla sorveglianza dei tedeschi, rifornivano di cibo e acqua il giovane soldato.

"Ricordiamo molto bene quei giorni proprio perché eravamo bambini – spiegano – Eravamo infatti soprattutto noi, di tutte e tre le famiglie, a portargli tutto il necessario. Il motivo? Davamo meno nell’occhio e i tedeschi, che poco dopo l’8 di settembre del ’43 arrivarono al Monastero per osservare meglio San Giacomo, non ci davano troppa attenzione. I nostri genitori ci mandavano a turno, magari mentre portavamo al pascolo le pecore, nelle grotte dove si nascondeva Dennis. Gli portavamo cibo, come le uova al tegamino e la frutta, oltre all’acqua e a tutto il necessario per sopravvivere".

"Nei periodi di minor controllo veniva anche al Monastero e saliva in casa – ricorda meglio Lianna – Io avevo 10 anni: mi prendeva in braccio e mi metteva seduta sul caminetto. Poi, insieme agli altri bambini, ci insegnava i numeri in inglese. Io imparai a contare fino a 50!".

"Per noi è un sogno essere qui – raccontano le figlie di Dennis, Margaret Last e Sheila Ableman, insieme ai nipoti (loro figli) Thomas, Kathrtine, Oliver e Stephen – E’ la prima volta che veniamo in Italia insieme ed è la prima volta assoluta per i nipoti di Dennis, per il suo genero John e per la pronipote Anna, figlia di Thomas".