Ascoli calcio, la Curva Sud arriva nelle case dei tifosi

Via alla demolizione dello storico settore. Il sindaco Fioravanti: "Raccoglieremo i pezzi e vedremo come poterli distribuire"

La 'vecchia' curva sud con tifosi

La 'vecchia' curva sud con tifosi

Ascoli, 11 maggio 2020 - A 46 anni dalla costruzione viene demolita la curva Sud dello stadio Del Duca. Le operazioni sono iniziate questa mattina. Sulla carta un ‘intervento urbanistico’ come un altro, tra l’altro di un luogo chiuso al pubblico ormai da anni, quindi teoricamente di scarso impatto sociale. Ma la realtà è diversa. Molto diversa.

E’ fuori di dubbio, infatti, che per la città i gradoni dello stadio, della curva in particolare, hanno rappresentato più del campo. Sì, perché mentre i campioni sul rettangolo verde sono state alcune decine e tutti ‘forestieri’ (da Altafini a Boninsegna, da Maradona a Del Piero) le persone che per anni hanno vissuto emozioni sugli spalti sono state migliaia e migliaia. E quasi tutti, appunto, della città o della zona. Provare per credere: almeno quattro ascolani su cinque, dai 20-25 anni in su, hanno come minimo un aneddoto legato allo stadio. Non al campo. Proprio alla cornice. A "quella volta che era così pieno che non sarebbe entrato nemmeno uno spillo", o "quella volta che c’erano talmente tanti fumogeni che riuscimmo a vedere il campo solo a metà primo tempo" o a "quella coreografia" o "quello striscione" e così via. Da adolescenti raccontare di essere andati in curva Sud senza genitori valeva tanto quanto farsi vedere con il motorino o con la fidanzatina: voleva dire essere diventati grandi. E poi i personaggi, alcuni mitologici, gli aneddoti, le bandiere, i gruppi. Anche gli episodi di violenza, certo. In ogni caso, nel bene e nel mare, storia cittadina con la ‘esse’ maiuscola. Ha fatto bene il sindaco a pensare di raccogliere i frammenti di quel gigante di cemento, che oggi inizierà ad essere sbriciolato, per restituirli ai legittimi proprietari: gli ascolani. "Volevamo organizzare una manifestazione in occasione della demolizione della curva, ma a causa del virus abbiamo dovuto annullarla. Speriamo di recuperare appena sarà possibile. Raccoglieremo i pezzi della curva e vedremo come poterli distribuire ai tifosi. Abbiamo pensato a questo – ha concluso Fioravanti – per fare in modo che la curva, un pezzo di storia cittadina, resti sia nel cuore che, concretamente, nelle case dei tifosi bianconeri".  

Le storie da raccontare sulla curva sono tante. Forse la più curiosa è quella che l’ha incoronata per sempre ‘casa dei tifosi dell’Ascoli’. Costantino Rozzi, infatti, avrebbe voluto che i supporter di casa andassero in curva Nord (più soleggiata) mentre nella Sud (più vicina alla stazione) si concentrassero soprattutto gli ospiti. Per abitudine, però, la maggior parte dei ragazzi dell’epoca guardava la partita dietro i pali della porta del lato sud, appunto, nel settore chiamato ‘prato’. Dopo la costruzione della curva rialzata, nell’estate del 1974, tanti di quei giovani invece di spostarsi dall’altro lato, tra l’altro più soleggiato, preferirono restare lì, trovandosi quindi a contatto con le tifoserie ospiti. I settori separati non c’erano e in curva sud sedevano, meglio dire ‘si accalcavano’, ascolani e forestieri. Questo avvenne pacificamente fino al 1 dicembre 1974, quando la Sud fu invasa da almeno 2mila fiorentini. Bastò una parola di troppo, forse al gol di Desolati che decretò la vittoria dei toscani, e la curva si trasformò in un campo di battaglia. Alla fine si contarono una decina di feriti, tra tifosi locali e ospiti, ma gli ascolani avevano per la prima volta marcato il territorio che sarebbe diventato la loro casa. Da quello scontro nacque il Settembre Bianconero. Il resto è storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA