Parma Ascoli 0-1: Gondo e Botteghin, bentornato Picchio

Il primo realizza il rigore della vittoria, il secondo gioca una partita mastodontica in chiave difensiva. Breda fa due su due.

Eric Botteghin (Ascoli Calcio)

Eric Botteghin (Ascoli Calcio)

Ascoli, 18 febbraio 2023 – Un rigore perfetto. La giusta e normale sofferenza. Idee chiare. Una vittoria meritata. Due su due per Roberto Breda sulla panchina bianconera, un corto muso dolcissimo che sul tabellino vede il nome di Cedric Gondo, ma ha firma, controfirma e sigillo del migliore in campo nei secoli dei secoli di questa squadra, Eric Botteghin. Breda si affida al classico dei classici “squadra che vince non si cambia” e allora ancora Falzerano a fare il centrocampista aggiunto cercando di alimentare un circuito elettrico che ancora non sembra accendere luci dai risvolti di calcio offensivo. Bellusci – ancora tosto e gagliardo - e Botteghin danzano in linea scambiandosi talvolta la posizione di partenza e davanti Gondo copre campo, Forte cerca spazi e tempi. Pecchia capisce che metterla sul possesso palla non porta grossi risultati e decide di aggredire le fasce. Ai punti, nella prima frazione, vince la squadra ducale. E ci vogliono due acuti bianconeri – ed un po’ di buona sorte - per portare nello spogliatoio il “clean sheet”.

Prima Leali, dopo disimpegni articolati dei blu marchigiani, devia e salva su Bernabè dalla distanza, poi è Botteghin a mettere mattoni, calce e cemento (insomma, un muretto) per negare il gol dell’ex a Charpentier dopo che il fortuito cross di Estevez incoccia il palo. Era stato l’ex stesso ad avere un’altra palla d’oro dei primi quarantacinque, ma sul cross da sinistra, non intercettato da Bellusci, il colpo di testa si è spento a lato. E così l’unica volta con la manina alzata dei bianconeri è di Collocolo che si fa 40 metri palla al piede e invece di servire Falzerano, sceglie un tiretto-tiraccio che Buffon neanche battezza. Nello spazio di un tweet, i primi quarantacinque bianconeri? Ordinati, fortunati e col solito delizioso Botteghin che ormai è chef stellato, pittore, sassofonista. Insomma, artista globale. Al rientro Breda non rischia Buchel, ammonito, e cambia con Giovane. Forte – impalpabile ma ad occhio non al meglio – alza bandiera bianca. E allora è la giornata dello spettacolo difensivo. Stavolta, però, è il portiere di una generazione di italiani a regalare un diamante: Falzerano centra col compasso per Gondo, il taglio è perfetto, il tiro a botta sicura. Macché, Gigi la prende con la gamba di richiamo. “No”, è la risposta di Buffon. L’Ascoli non passa. E’ quello che in passato abbiamo definito “gol senza inchiostro sul tabellino”.

E’ questione di attimi, perché vi raccontiamo la rete del vantaggio bianconero partendo da un concetto. Gondo non è un goleador di razza. Non è Pablito. Né Pippo. No. E’ un operaio dell’attacco. E quel rigore strappato alla follia difensiva di Balogh, solo uno come lui può procurarselo. Corre verso l’ungherese nonostante sia a sette-otto metri di distanza. Ci crede. Sceglie il microsecondo giusto per mettere il suo piede in anticipo e prendersi il calcione che vale il penalty. Baroni - perfetto nella condotta e nella direzione generale - fischia, il quindici la mette nel sette. E vai di gondola, esultando non sotto ai duecentocinquanta piceni, ma con tutti i compagni della panchina. Anche se c’è poca acqua nei canali, la barca va. Allora il Parma si sveglia tra i fischi: chiede invano un rigore (che non c’è) e Bernabè pennella sulla parte superiore della traversa su punizione. A mezz’ora dalla fine è partita vera con Vazquez che si danna l’anima cercando spifferi nella linea bianconera (stavolta blu) e Man strappando dove possibile. E’ assedio in tutte le salse. Inglese prende il millesimo a Botteghin, che gliela sfiora, la traversa dice ancora di no. Poi un harakiri con palla indietro che diventa supercontropiede ducale. Camara arriva in fondo, Eramo compie un miracolo difensivo. E ancora Valenti batte Leali. Non Botteghin. Un monumento sulla linea. Libera. Esulta calciando via la palla con centocinquanta battiti al minuto. Marsura fa fallo all’ultimo secondo. Anzi, a tempo scaduto. Vazquez ha palla in mattonella. Respinta. E’ finita. Possiamo dirlo. Vittoria epica del Picchio. Signori, un giorno racconteremo di quando un marziano, Eric Botteghin, ha giocato con la maglia dell’Ascoli. Chef stellato, sassofonista, pittore. Fate voi. Bentornato, Ascoli.

Il tabellino

PARMA (4-2-3-1): Buffon; Coulibaly (77’ Ansaldi), Balogh (63’ Camara), Osorio, Valenti; Bernabè, Estevez; Zanimacchia (63’ Man), Vazquez, Zagaritis; Charpentier (46’ Sohm, 77’ Inglese). A disp: Chichizola, Corvi, Bonny, Hainaut,, Juric, Cobbaut, Circati. All. Pecchia

ASCOLI (4-3-1-2): Leali; Adjapong, Botteghin, Bellusci, Falasco; Collocolo, Buchel (46’ Giovane), Caligara (88’ Eramo); Falzerano (70’ Proia); Gondo (88’ Mendes), Forte (53’ Marsura). A disp: Guarna, Quaranta, Lungoyi, Ciciretti, Donati, Giordano, Tavcar. All. Breda

ARBITRO: Baroni di Firenze (Ceccon, Gualtieri, Vogliacco; VAR DI Paolo, Muto). RETI: 62’ Gondo (A) su rig. NOTE: recupero 1’+5’. Ammoniti Buchel, Caligara, Giovane (A), Balogh, Coulibaly, Zagaritis (P) per gioco falloso, Falasco, Gondo (A) e Sohm per comportamento non regolamentare. Spettatori totali 9059 (compresa quota abbonati, 242 nel settore ospiti), incasso 68mila euro circa.