BEPPE BONI
Cronaca

Alluvione, il disastro è sui campi: "Molte aziende hanno perso tutto"

A rischio il 30% della produzione di grano e orzo. Le associazioni di categoria: servono aiuti immediati

Alluvione, il disastro è sui campi: "Molte aziende hanno perso tutto"

A rischio il 30% della produzione di grano e orzo. Le associazioni di categoria: servono aiuti immediati

Non ci sono auto devastate dalla melma, mobili resi inservibili, muri sbrecciati o spaccati dalla corrente, merce da buttare. Ma c’è l’acqua che ristagna nei campi trasformati in laghi, il fango che fa affondare mezzi e uomini, colture massacrate, piante immerse. La terra piange e si dispera dopo la quarta alluvione in poco meno di un anno e mezzo che, complice in parte l’incuria degli uomini, ha causato danni per miliardi sollevando incognite per il futuro. In Emilia-Romagna in quest’ultimo giro di tragico valzer meteorologico Bologna e la provincia sono le più colpite nelle aree urbane, ma la furia della pioggia ancora una volta ha abbracciato in una stretta fatale migliaia di ettari di terreno, che ora vedono un futuro cupo. Quante coltivazioni si salveranno? Quanti raccolti andranno perduti? Sono le domande che tolgono il sonno a centinaia di agricoltori e ora all’attenzione delle associazioni agricole. La frusta del maltempo per l’ennesima volta ha messo in ginocchio la Madre terra. "Serve un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio che preveda, oltre alla manutenzione dei corsi d’acqua, la realizzazione di infrastrutture capaci di gestire i fenomeni estremi che sono ormai eventi ordinari. Gli interventi in emergenza, pur necessari, non sono la soluzione". È il commento di Stefano Francia, presidente di Cia Emilia-Romagna, il quale sottolinea come "le piogge fuori controllo e prolungate hanno messo in crisi il sistema idraulico con effetti devastanti". "La furia dell’acqua in molte aree si è portata via ciò che era rimasto in campo: pomodoro da industria, soia e uve da vendemmiare".

I numeri non dicono tutto ma spiegano molto. Confagricoltura ha fatto due conti a spanne su Bologna, dove molti corsi d’acqua sono esondati. Oltre 2.000 ettari di terreni sono stati allagati e più di 50 aziende hanno subito danni. Alcune risultano ancora isolate a causa di frane e smottamenti. Rischiano grosso le semine autunnali di grano e orzo in Emilia-Romagna, uno dei principali bacini produttivi d’Italia con 230mila ettari coltivati nel 2024, che vanta filiere di pasta e panificazione famose nel mondo. I campi sono inzuppati, in più l’eccesso di pioggia favorisce la crescita di erbe infestanti. La stima di Confagricoltura, per il presidente regionale Marcello Bonvicini, è drammatica: "Rischiamo di perdere il 30% della superficie di grano e orzo, i terreni sono impraticabili, le operazioni in campo subiscono ritardi e i nostri uffici seguono da vicino le aziende in difficoltà nella programmazione di colture per sostituire le semine dei cereali autunnali con quelle primaverili di mais e sorgo in primis". Nel Bolognese, che conta più di 40mila ettari a grano e orzo, si prevedono mancate semine su 3.000 ettari circa nelle zone collinari interessate da frane e su 5.000 ettari in pianura.

Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna: "Molte aziende hanno perso tutto, altre rischiano. È fondamentale che le istituzioni agiscano con urgenza, offrendo sostegni economici certi. Da maggio 2023 abbiamo assistito a rimpalli di responsabilità che hanno solo ritardato la macchina burocratica lasciando sole famiglie e imprese. Bisogna cambiare passo". Secondo l’analisi di Coldiretti, è la situazione più grave che si registra in Emilia-Romagna. Devastazioni ovunque. "Nella Bassa piacentina e nel Reggiano l’acqua ha inondato i terreni appena seminati a cereali e quelli con leguminose e mais ancora da raccogliere, cui vanno aggiunti i danni a fabbricati di aziende agricole. Sono a rischio importanti estensioni di terreni con presenza di serre e strutture. Nel Bolognese, nel Parmense, nel Ferrarese sono interessati migliaia di ettari, ma il bilancio è destinato ad aggravarsi".