NICOLETTA BARBERINI MENGOLI
Cronaca

Arte di fine ’500. Il manierismo. Le opere di Cesi

Bartolomeo Cesi, pittore bolognese del Rinascimento, si distinse per la sua originalità artistica e la sua produzione religiosa, influenzata dalla Controriforma. Le sue opere, tra cui affreschi e dipinti, testimoniano la sua evoluzione stilistica e la sua collaborazione con importanti ordini religiosi. La sua figura potrebbe riservare sorprese future per la cultura bolognese.

Nicoletta

Barberini Mengoli

Bartolomeo Cesi è un importante protagonista della scena artistica bolognese nell’autunno del Rinascimento. Nacque nelle nostra città nel 1556 da famiglia benestante e seguì un percorso artistico di formazione giovanile sotto la guida di Francesco Bezzi, detto il Nosadella. Aderì alla cultura tardo manieristica come evidenziato dai lavori effettuati nella cappella Vezza della basilica di Santo Stefano di Bologna nel 1574 e dagli affreschi a sfondo mitologico realizzati presso palazzo Bocchi. In una seconda fase artistica, Cesi si accostò alla corrente toscana, più vicina ai suoi ideali in linea col clima della Controriforma, influenzati dai consigli del cardinale Gabriele Paleotti. Queste tendenze tra elementi naturalistici e di devozione cristiana emersero nel San Benedetto presente nella chiesa di San Procolo in via D’Azeglio. Il suo soggiorno romano, svolto attorno al 1591, si rivelò proficuo grazie ai contatti con Scipione Pulzone che lo arricchirono di elementi malinconici, di profonde varietà cromatiche e di una severità formale di grande livello. A questo periodo risalgono gli affreschi raffiguranti la storia della vita della Vergine che si può ammirare nella cappella di S. Maria dei Bulgari, che si trova sul lato opposto dell’ingresso del cortile dell’Archiginnasio. Sempre intorno al 1595 completò il trittico con l’Adorazione dei Magi nella nostra basilica di San Domenico. Ultime, tra le sue grandi opere, il coro della Cattedrale di Bologna e la sua cripta impreziosita grazie anche all’aiuto del pittore Prospero Fontana. Cesi muore a Bologna nel 1629. L’artista si è sempre distinto dai Carracci, per una poetica originale. Fu un pittore religioso, definito dallo storico dell’arte Francesco Arcangeli "pittore conventuale, perché lavorava con importanti ordini religiosi come i benedettini, i domenicani e i certosini; per questo aspetto può essere comparato con il grande pittore spagnolo Francisco de Zurbaran. Cesi non è un artista particolarmente conosciuto, ma Bologna, città fucina di grandi idee culturali, potrebbe serbarci delle grandi sorprese future.