
L’osservatorio Felsina a Monte San Pietro e, nel riquadro, Giulio Busi dell’associazione
Bologna, 31 gennaio 2025 – L’amor che move il sole e l’altre stelle prende vita a Monte Pastore. Nella frazioncina di Monte San Pietro, c’è un luogo che tutti gli amanti del cielo portano nel cuore: Felsina. Qui è possibile ammirare astri e pianeti, qui prendono vita le attività guidate da Giulio Busi, presidente dell’Associazione astrofili bolognesi. “Ci piace definirci amatori astronomi – racconta lui – e ricordiamo che siamo l’associazione più anziana d’Italia”. L’intervista completa, così come tutte le curiosità su come poter ammirare lo spazio, sull’osservatorio Felsina e su ciò che gravita attorno all’associazione, sono al centro della puntata di oggi del nostro podcast gratuito ‘Il Resto di Bologna’.
Busi, si sta parlando molto di allineamento o parata di pianeti. Ci racconta di più?
“Si tratta di un evento particolare, ma molto mediatico...”.
Per voi è la normalità?
“Quello che accade in questi giorni è la possibilità di vedere i pianeti contemporaneamente, tutti sono presenti e possono essere osservati con strumenti importanti nell’arco di una notte. Ma non c’è nulla di più: non ci sono allineamenti particolari o cose strane...”.
Voi quali attività svolgete?
“Ci dilettiamo ad ammirare il cielo. Abbiamo l’osservatorio Felsina a Monte San Pietro, appunto: qui ci sono un telescopio principale da 40 centimetri e una cupola di quattro metri, più altri strumenti mobili e un sistema utilizzabile da remoto per rilevazioni scientifiche”.
C’è spazio per il pubblico?
“Certo, nel periodo primaverile o estivo organizziamo delle serate, due venerdì al mese, aperte al pubblico. E non solo...”.
C’è di più?
“Sfruttiamo anche il periodo invernale per delle piccole conferenze, un paio di volte a settimana: chiunque può partecipare e togliersi qualche curiosità”.
Dove?
“Abbiamo la nostra sede al Dopolavoro ferroviario, ma purtroppo il futuro è incerto...”.
In che senso?
“È un tema di questi giorni: sappiamo che il Dlf è stato al centro di alcuni fatti di cronaca poco piacevoli. Il Comune ha intenzione di prenderne la gestione e noi, come tutte le realtà che lì trovano casa, non abbiamo garanzie su ciò che sarà”.
Lanciate un appello?
“Siamo molto preoccupati e speriamo che il Comune si faccia sentire per spiegarci cosa ne sarà del Dlf e se avremo ancora la nostra casa: sarebbe brutto lasciare più di 100 iscritti senza la propria sede”.