ANDREA BONZI
Cronaca

Bersani guarda alle elezioni: "Ugolini come Guazza? No"

L’ex segretario alla Festa dell’Unità: "Con de Pascale fatta una buona scelta". Blitz degli attivisti pro-Gaza: "Al Parco Nord non c’è posto per la Palestina".

Bersani guarda alle elezioni: "Ugolini come Guazza? No"

La contestazione di attivisti pro-Gaza prima del dibattito con PIerluigi Bersani

Mai prendere sotto gamba un turno di elezioni, ma credo che in Emilia-Romagna siano state fatte buone scelte. Piuttosto, penso che gli emiliano-romagnoli debbano dimostrare che sono affezionati con l’affluenza alla democrazia. Quindi dico: andate a votare!". Così Pierluigi Bersani, ieri ospite alla Festa dell’Unità di Bologna, risponde alla domanda del direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, sull’appuntamento elettorale del 17 e 18 novembre prossimi. "Ugolini nuova Guazzaloca? Mi sembra piuttosto che il centrodestra, dopo aver provato la campagna modello Salvini, cerchi qualcosa di diverso. Ma di Guazzaloca ce n’è uno solo. E credo che abbiamo imparato tutti la lezione del 1999. Poi, certo, mai sottovalutare nulla". E di de Pascale che dice? "Se mi chiedesse un consiglio, gli direi: tutti sappiamo che l’Emilia-Romagna è ben amministrata. Mettiamo da parte i record, piuttosto diciamo come e perché siamo riusciti a raggiungerli".

Prima dell’inizio del dibattito, un gruppo di attivisti aveva srotolato sotto il palco cartelli e bandiere palestinesi. "Nessun dibattito alla Festa su Gaza, è uno scandalo, Berlinguer non l’avrebbe mai permesso. La Palestina esiste e va riconosciuta", questo le parole urlate dai manifestanti. A loro, Bersani ha concesso che "lo Stato italiano deve riconoscere quello palestinese". Poi, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano: "Non è la prima volta che un ministro di questo governo deraglia: c’è quello che ferma i treni (Lollobrigida, ndr), una che, nonostante sia inquisita, non molla (Santanché, ndr), e adesso uno che ha portato in giro la morosa. La cosa che mi colpisce è che la figura della Meloni viene agitata da tanti come un antidoto rispetto a questi ministri inadeguati. Non è così: la Meloni ne è l’origine. Dall’inizio, il refrain è sempre quello: ’Se stiamo facendo la storia, cosa conteranno queste piccolezze?’". Infine, una stoccata all’Autonomia differenziata ("Tocca di chaiamare Emanuele Filiberto per snetire se ha il numero di Garibaldi e di Cavour") e una battuta su Renzi: "Il problema ce lo stanno buttando in casa, di fronte a un allargamento non possiamo discutere di lui. Alla segretaria Schlein direi: ’Sei sicura che il Pd sia vaccinato dal renzismo?’ Se siamo sicuri, ok. Ma lo siamo?". E dal pubblico si alza un coro di ’no’.