MONICA RASCHI
Cronaca

Bordon: "Vicenda dolorosa. Felice che ora sia finita"

Il direttore generale dell’Ausl: "Tacconi da mesi non lavora più con noi"

Paolo Bordon, dg dell’Azienda Usl

Paolo Bordon, dg dell’Azienda Usl

"Sono contento che sia arrivato l’avviso di chiusura delle indagini. Si è chiusa una vicenda dolorosa e complessa. Adesso il clima è molto più disteso e tutti lavorano più serenamente". È il commento di Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda Usl alla notizia che la Procura ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Claudio Tacconi, 44 anni, ex coordinatore della Centrale Emilia Est del 118, che ha sede di fianco all’ospedale Maggiore. L’uomo è accusato di lesioni personali e stalking in relazione a una decina di episodi nei confronti di altrettanti operatori della centrale, avvenuti tra il marzo del 2020 e il novembre del 2023, i quali accusarono malori, tanto da finire, in alcuni casi, in Pronto soccorso. L’atto della Procura è il preludio della richiesta di rinvio a giudizio.

"Grande rispetto per chi ha fatto le indagini e per la magistratura. Ora la giustizia farà il suo corso – prosegue il direttore generale –. Per noi è importante che questa difficile situazione si sia definita e comunque lui non lavora più per noi. In un primo tempo lo avevamo spostato dalla centrale e collocato in un’altra aerea, diciamo neutra, però adesso non è più nella nostra struttura e questo già da parecchi mesi".

Bordon ripercorre quello che è stato l’inizio della vicenda: "Intanto voglio ribadire ancora l’apprezzamento per la professionalità e la competenza degli investigatori, che hanno compreso appieno il clima nel quale agivano: il 118, un servizio attivo h24, 365 giorni all’anno, che non si poteva chiudere per fare le indagini. Per gli operatori, tutti, è stata una vicenda dolorosa, abbiamo fatto incontri e adesso mi sembra che il clima sia molto, molto migliorato". Il direttore generale si era recato personalmente in Procura per denunciare i malori che avevano colpito almeno una decina di operatori della centrale: "Avevamo capito che era una cosa grave. In un primo momento avevamo pensato che fosse un fattore legato all’ambiente, all’acqua, all’aria, quindi iniziato le nostre analisi con Paolo Pandolfi e tutta la sanità pubblica: pensavamo ai boccioni dell’acqua, al fatto che lì vicino c’era il cantiere della centrale 112. Poi terminate le analisi su tutto il possibile, non emergendo nulla, abbiamo iniziato a sospettare quello che non avremmo mai pensato: che ci fosse una mano umana dietro a quei malori – afferma –. A quel punto sono andato dal procuratore che, allora era Giuseppe Amato e, con grande competenza e professionalità, hanno agito. C’erano stati operatori finiti in Pronto soccorso e uno anche ricoverato. E c’era tanta preoccupazione e paura tra gli operatori. Adesso è veramente finita".