Il Comune di Camugnano fatica a chiudere il bilancio. Tra le drammatiche conseguenze della tragedia di Suviana causata dall’esplosione all’interno della centrale Enel della scorsa primavera c’è anche questa, certamente minore, che però produce ricadute concrete sulla comunità locale. Ogni anno il Comune, come tutti quelli che ospitano impianti di produzione di energia, percepisce da Enel somme legate alla funzionalità degli stessi siti produttivi collocati sul territorio.
Questi importi, frutto di calcoli complessi, risultano dalla somma dei canoni di bacino imbrifero e dai canoni rivieraschi. Nel caso specifico, le centrali presenti a Camugnano sono tre: Santa Maria, prossima al bacino del Brasimone, Suviana ai piedi della diga e, appunto, Bargi che, a causa degli eventi tristemente noti, ha smesso di funzionare. Il fermo obbligato di quest’ultima centrale, la principale, provoca una mancata entrata di circa 50mila euro sul bilancio dell’ente. Una cifra significativa per la parte corrente delle entrate che servono a finanziare i servizi e a pagare gli stipendi. Ammanco destinato a durare, nel migliore dei casi, per qualche anno, fino a quando la centrale di Bargi non sarà rimessa in funzione. Il Comune, il cui bilancio vale circa 4 milioni e mezzo all’anno, ha segnalato più volte la difficoltà all’azienda che però, al di là della volontà, non può compensare in nessun modo l’importo.
Le regole sono chiare: niente produzione di energia, niente compartecipazione economica del territorio. Camugnano ha poi provato a rivolgersi ad Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, per chiedere allo Stato una somma che possa ripianare il buco provocato dal mancato introito. Anche in questo caso, nessun risultato: il flusso finanziario potrebbe essere compensato solo da una legge ad hoc, difficilmente ottenibile. Il Comune, di conseguenza, per far quadrare i conti non ha altre strade se non ridurre le spese facendo scelte dolorose.
"Non abbiamo scelta – esordisce Marco Masinara, sindaco di Camugnano – o alzare le tariffe su cui abbiamo il controllo, come ad esempio il trasporto scolastico, oppure ridurre i servizi". La mancata erogazione dei canoni Enel peraltro si inserisce in un trend generale di tagli al trasferimento di risorse ai Comuni da parte dello stato centrale. Una tendenza che va avanti da anni e che pare essere confermata dalla legge di bilancio in corso di approvazione. "Per quest’anno chiudiamo il bilancio – conclude Masinara – evitando di sostituire un dipendente che va in pensione. Fino ad ora avevamo quattro cantonieri esterni, dall’anno prossimo saranno soltanto tre. Non proprio una buona notizia per un territorio di circa 100 chilometri quadrati di superficie". Il futuro dei Comuni di montagna si fa sempre più duro e, quando un’attività del territorio viene a mancare, l’impatto sulla comunità locale è ancora più rilevante.
Fabio Marchioni