Il centrale a lungo atteso ha gli occhi pieni di speranza e la voglia di rilanciarsi di Nicolò Casale. "Una carriera in ascesa": lo dipinge così il responsabile dell’area tecnica Sartori, che manco sperava più di portarlo a Bologna: "Una volta approdato alla Lazio pensavamo fosse fuori portata – spiega –. Lo avevamo sondato a inizio estate. Poi, nelle ultime curve, ci hanno chiamato dicendo che si poteva fare. E lo abbiamo fatto". E’ lui il sostituto di Riccardo Calafiori, calciatore a caccia di rilancio, come lo fu la rivelazione della scorsa stagione ceduta all’Arsenal. "Riccardo per problemi d’infortuni. Io diciamo invece, che dopo una carriera in ascesa, lo scorso anno, ho avuto la prima battuta d’arresto: Spalletti mi chiamò in nazionale a inizio stagione, poi ho avuto difficoltà – racconta casale –. L’ambiente Lazio è stato complesso e io ho faticato a tirare fuori quello che avevo dentro sul campo. Ho perso fiducia, me ne sono capitate di tutti i colori anche da un punto di vista umano e familiare e la fiducia non l’ho sentita più anche da parte dell’ambiente laziale. Sono qui a Bologna per riaccendere la scintilla, per tornare il Casale di due anni fa: quello del secondo posto della Lazio con la seconda miglior difesa". Eccola qua la dichiarazione d’intenti di Nicolò Casale, che a Roma ha vissuto sulla propria pelle come sia difficile per i singoli e per il gruppo squadra confermarsi dopo un’annata eccezionale. Anche per questo a Casteldebole sono convinti che sia l’uomo giusto al posto giusto, lui per primo: "Quando cambi allenatore e hai problemi di infermeria in preparazione, ci vuole un po’ di pazienza. Lavoreremo per sistemare le cose. Ma la squadra è forte – sottolinea casale –. Dopo il mio arrivo a Bologna in tanti hanno detto o mi hanno chiesto se questo non sia un passo indietro: al contrario, sono in una squadra forte, faremo la Champions e qui posso tornare me stesso. Dalla C alla Champions ho cambiato tanti allenatori, moduli e schemi: posso integrarmi in fretta, anche perché Italiano è stato molto chiaro su ciò che si aspetta da me. Ho stazza, allungo e con Sarri sono cresciuto tanto in postura, attenzione, calci piazzati: posso dare tanto e completarmi come calciatore. Perché, a 26 anni, mi dicono che sono giovane, ma in realtà sono entrato nella fase migliore della carriera e non posso sprecare tempo: devo ritrovarmi ad alti livelli". Al fine di inseguire un sogno azzurro: "Sì, la nazionale me la voglio riprendere. Questa volta per restare nel giro". E se la vuole prendere con il Bologna e la Champions: "Le partite europee danno emozioni uniche: lo vedrete, lo vivremo insieme".
Marcello Giordano