Mentre la Regione riflette sul destino dei Cau, le opposizioni chiedono un’audizione con i rappresentanti dei medici e delle categorie. Il modello, afferma Marta Evangelisti (capogruppo di FdI in Regione), "ha dimostrato grosse criticità": "Nonostante le promesse della Giunta e dell’ex assessore alla Sanità Raffaele Donini, gli obiettivi di riduzione degli accessi ai pronto soccorso sono stati completamente disattesi". FdI ha richiesto anche un accesso agli atti per conoscere, tra le altre cose, i costi dei Cau: "La Regione si è riservata fino 60 giorni per dare una risposta, quando dovrebbe arrivare in 5 giorni".
Anche Forza Italia accende un faro sui costi degli ambulatori per i codici meno gravi. In una interrogazione il capogruppo Pietro Vignali vuole sapere quanti siano i pronto soccorso che hanno ridotto dell’80% i codici bianchi con i Cau, quali siano i costi finora sostenuti per il mantenimento dei 43 centri attivi e se la Regione intenda modificarne l’organizzazione. "L’attivazione è avvenuta a luglio 2023 – ricorda il consigliere – e, già dai primi mesi, sono emersi problemi: erano previsti per sostituire i piccoli punti di primo soccorso nelle province, sono stati invece aperti solo vicino ai grandi pronto soccorso".
Sul tema anche l’altra azzurra Valentina Castaldini: "Quale sarà la sorte dei pronto soccorso trasformati in Cau nelle aree montane? La situazione attuale è il risultato di una gestione che non ha saputo rispondere alle esigenze dei cittadini né alle complessità del sistema. La Regione coinvolga subito la commissione Sanità per discutere il futuro delle strutture di emergenza e urgenza, a partire dalla mia interrogazione, evitando ulteriori criticità".