Chi sono le vittime dell’incendio nell’appartamento di Bologna

Le vite spezzate, i sogni infranti. Quel motto suo social di mamma Stefania: “Piena di adrenalina! La vita va vissuta intensamente". Con lei sono morti asfissiati i suoi tre bambini

Bologna, 15 marzo 2024 –  Una mamma che sorride felice all'obiettivo, con diversi look. Una mamma che mostra, orgogliosa, i progressi dei sui tre bambini all'asilo, in casa, al mare sul suo profilo Facebook. "Piena di adrenalina! La vita va vissuta intensamente", il suo motto condiviso sui social.

Stefania Nistor, 32 anni, di origine romena è morta stanotte con i suoi tre bambini (una bimba di 6 anni e due gemellini di 2) mentre dormiva con loro nella camera da letto riscaldata da una stufetta nella loro casa di via Bertocchi, zona Battindarno, a Bologna.

Stefania Nistor e i suoi tre bambini, morti asfissiati dal fumo dopo l'incendio che si è sviluppato nel loro appartamento di zona Battindarno
Stefania Nistor e i suoi tre bambini, morti asfissiati dal fumo dopo l'incendio che si è sviluppato nel loro appartamento di zona Battindarno

Sarebbe stato un corto circuito (che sembrerebbe accidentale) legato allo scaldino a innescare l'incendio e poi il fumo: i bambini - i gemellini di due anni Mattia Stefano e Giulia Maria Panaite e la sorella maggiore, Giorgia Alejandra Panaite - sono probabilmente morti asfissati dal fumo subito, la mamma è deceduta durante il trasporto in ospedale.

I piccoli descritti come "educatissimi, allegri, felici" dai vicini di casa, sconvolti, che avrebbero voluto acquistare loro le uova di Pasqua.

Una famiglia "bellissima", che brillava di una luce che nemmeno la separazione aveva saputo offuscare. E Stefania, quella "una ragazza molto gentile e carina". Che amava la vita. 

Il marito non era con loro, nella notte della tragedia. E' accorso, in abiti da lavoro, nella notte assieme ai nonni, in via Bertocchi. Si è sentito male, straziato dal dolore.

Sul suo profilo social, nel primo pomeriggio, è apparsa la foto di una candela, simbolo del lutto. 

La vita felice a Tivoli, poi il trasferimento a Bologna: ecco perché 

Prima di arrivare a Bologna, la famiglia unita aveva vissuto a Tivoli, in zona Arci, dove oggi i vicini di casa di allora, appresa la notizia, sono rimasti straziati. Grande dolore anche nella ditta dove lavorava il papà dei bimbi, in cui molti operai sono romeni ed erano legati all'uomo da un rapporto di amicizia. "Ho trovato la forza di chiamare il papà per un saluto, e ho trovato un uomo distrutto dal dolore, disperato - racconta Luigi Napoleone, uno dei vicini di casa - mi ha raccontato quello che era successo, sembra che la stufa abbia preso fuoco".

"Lui con sua moglie, due persone stupende, educate, riservate, molto disponibili - racconta ancora il vicino dei tempi di Tivoli - Dopo è nata la prima figlia, grande festa e felicità, bambina dolcissima, non poteva essere diversa con una madre così attenta ed affettuosa ed un papà molto educato e amorevole soprattutto per la famiglia".

Lavorava in un magazzino edile dove anche lì "era stimato per la sua correttezza, professionalità, educazione".

La decisione di trasferirsi a Bologna era arrivata per avvicinarsi alla famiglia di Stefania e c'era anche la prospettiva di un lavoro più stabile e remunerativo per il marito.

La separazione era arrivata un anno fa, nessuno dei vecchi amici se lo immaginava.